giovedì 31 dicembre 2009

Buon Anno!!!

Cari amici,
senza essere melodrammatico e sdolcinato vi auguro un felice e buonissimo 2010!
Per me il 2009 e' stato un anno meraviglioso. E' iniziato in maniera molto incerta e si conclude in maniera molto certa. Sento di esser cambiato molto in questo anno, di aver chiuso un percorso, durato 30 anni, e di averne iniziato un'altro. E' stato un anno fondamentale, di passaggio, di cambiamento. Ho fatto esperienze incredibili, bellissime e bruttissime. Si e' chiusa una relazione con cui sono cresciuto, che mi ha formato e mi ha dato tantissimo, ho perso un'amica molto cara e ho capito quanto sottile e' il confine tra la vita e la morte, tra la gioia e il dolore, tra la verita' e l'illusione, ho perso giocando in borsa e ho imparato cosi' un po' di umilta'. Ho meditato in silenzio per 10 giorni, ho incontrato persone nuove che mi hanno arricchito moltissimo e mi hanno insegnato anche di piu', ho lavorato per la prima volta da adulto e non da studente, ho finalmente realizzato il mio sogno di andare in Brasile e molto di piu', ho viaggiato per 5 paesi del sud america e ancora non mi sono fermato, ho imparato due nuove lingue e a ballare la samba, la salsa, il forro' e il reggaetton, ho fatto un corso di primo soccorso. Ho scalato il mio primo 6000 metri, ho dormito nella neve nel ghiacciaio della marmolada, ho fatto il bagno di notte in un mare fosforescente di fitoplancton e in una laguna di acqua termale a 3000 metri di quota all'alba, ho visto animali bellissimi che mai prima d'ora avevo visto, ho dormito in amaca nella foresta amazzonica, con una fifa tremenda che un giaguaro venisse a farmi visita o che le zanzare mi attaccassero la malaria. Ho capito cosa vuol dire esser soli, quando sono stato male ed ero solo, e cosi' ancora di piu' ho apprezzato il valore dell'amicizia, ho iniziato ad imparare ad ascoltare le mie sensazioni, le mie emozioni, per quello che sono e non per quello che vorrei che fossero, e ho iniziato a sentirmi piu' libero, finalmente, benche' a fatica, ho imparato a buttarmi, senza per forza pararmi il culo prima di cadere. Ho provato ad improvvisare e ad andare nella direzione contraria a quella che mi veniva spontanea, forzandomi a capire che non sempre la scelta corretta era quella che pensavo, ho viaggiato dentro e fuori di me alla ricerca di un nuovo equilibrio, che penso di aver pian piano trovato.

Ringrazio ogni persona che ha condiviso con me una parte, grande o piccola di questo immenso percorso. Ogni contributo, ogni parola, ogni lettera, ogni pensiero e' prezioso.
E non e' vero che solo io sono cambiato, che solo io ho viaggiato. Sono sicuro che ognuno di voi, tirando le somme sull'anno che e' passato, sara' certo che sono successe un sacco di cose nella sua vita.
Sono contento di aver potuto condividere con alcuni di voi quest'anno piu' da vicino, e spero non sara' troppo tardi per aggiornarsi con chi la condivisione e' stata piu' difficile.

Vi (e mi) auguro che il 2010 sia ancora meglio del 2009! Che altri nostri sogni si avverino, che ci diamo la possibilita' di sognare e di credere che i sogni prima o poi si avverano. Che pensiamo in grande, che amiamo forte, che viviamo a pieno le nostre vite nel miglior modo di cui siam capaci, senza tirarci indietro!

Vi (e mi) auguro un 2010 meraviglioso!

Un abbraccio

martedì 29 dicembre 2009

Il museo Botero

Sono stato al museo Botero e mi sono quasi commosso. Fino a poco tempo fa non capivo la scultura e non sapevo apprezzarla. Poi mi e' stato suggerito che la scultura non va guardata, ma toccata, per capirla e tutto e' cambiato. Adesso, ogni volta che vedo una statua sento il bisogno di accarezzarla, sentirne le forme, i vuoti, i pieni, l'uso degli spazi. Botero, con i suoi personaggi salsicciosi e imponenti invita particolarmente al palpeggio, per cui ho approfittato della simpatia e della disponibilita' della guida che mi ha accompagnato per il museo e ho chiesto il permesso di toccare le sculture. Stranamente ha acconsentito, confidandomi che anche lei apprezza la scultura cosi', ed e' stato magnifico. Il museo e' stata una carica di emozioni molto forti e mi e' piaciuto moltissimo.

Questa pera gigante mi ha fatto venire l'acquolina in bocca, questa chitarra mi e' sembrata una pancia con un ombelico, questo sogno mi ha inquietato ed e' la versione onirica di quest'altra scultura, ho sorriso girando intonrno ad Adamo ed Eva con la mela in testa, osservando la grazia di questa ballerina o la forza di questo gatto e di questo cavallo, mi ha colpito il ritratto di Courbet e quello di Cezanne, cosi' come queste arance che sono uno dei suoi temi ricorrenti.

La simpatica guida che mi ha condotto per il museo mi ha spiegato che quando una figura ha gli occhi strabici e' perche' nasconde un segreto e cosi' mi sono divertito ad immaginare insieme a lei quali potevano essere i segreti di questo capitano, quest'uomo che balla, questa signora con un pappagallo. Mi ha anche detto che Botero ora vive in Italia e ha avuto problemi con il fisco, che ironia...

domenica 27 dicembre 2009

Cinepanettone Vacanze di Natale in Colombia

La crew del cinepanettone si e' ritrovata a festeggiare la notte di Natale nella accogliente casa della famiglia Sanchez. Il duo italiano de "Los Primos" si e' esibito in preparazione di gnocchi al pomodoro e ai quattro formaggi, nonche' di strudel e tiramisu'. La comida e' stata molto apprezzata dal pubblico colombiano, che pero' ha preferito mescolare un po' di insalata agli gnocchi "perche' non siamo abituati a mangiare primo e secondo separati". Vabeh, certe cose si trasmettono solo geneticamente...
I festeggiamenti sono proseguiti fino a tarda notte in compagnia di wisky, regali, cacofonie musicali (i vicini con reggaetton, il bar a fianco con heavy metal, la tele con salsa) e molta allegria.

Sono arrivato a casa stravolto sulle 5 del mattino, ho chiamato a casa per fare gli auguri (queste 6 ore di fuso sono difficili da gestire) ho dormito un pochino e poi ho preso l'autobus per Cali e li' finalmente ho potuto dormire per 9 ore di fila. I giorni bogotani sono stati davvero belli, in compagnia di vecchi amici ritrovati e nuovi amici incontrati. La famiglia di un amico colombiano trasferito da molto in italia mi ha preso in carico per un giorno intero e mi ha accompagnato a visitare luoghi bellissimi (di cui vi parlero'). I colombiani continuano a mostrarsi gente super calorosa e molto molto accogliente, e questo fa bene alla lontananza che inevitabilmente si sente a festeggiare il Natale lontani da casa. Nei prossimi giorni magari vi racconto un po' meglio gli highlights. Intanto rinnovo gli auguri a tutti di buone vacanze!

venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale


Cari amici,vicini e lontani,
vi ringrazio per avermi accompagnato in questi mesi di viaggio.
Grazie a chi si e' preso un minuto per lasciarmi un commento e farmi sapere che mi pensa.
Grazie a chi si e' preso un momento e mi ha scritto due righe per rendermi partecipe della sua vita o chiedermi come procedeva la mia dietro le righe del blog.
Grazie a chi si fa vivo su skype o su gmail.
Grazie a chi mi legge in silenzio, da citta' che non conosco, con continuita' o saltuariamente.
Grazie a chi e' passato una volta sul blog e poi e stato preso dalla vita.
Grazie a chi ho incontrato nel cammino di questi mesi di viaggio, a chi mi ha regalato un sorriso e a chi ha condiviso un momento, profondo o leggero.
Grazie anche a chi e' negato per la tecnologia e per le relazioni a distanza, ma che non manca mai di farmi sentire a casa quando sono vicino.
Buon Natale a tutti voi!
Vi auguro di passarlo nel migliore dei modi!
Abbracci forti a tutti

mercoledì 23 dicembre 2009

Colombia: l'unico rischio e' che tu ti voglia fermare (dice la pubblicita'...)

La televisione cilena trasmette continuamente questa campagna pubblicitaria fatta in risposta ai timori dei turisti di visitare la Colombia. Le pubblicita' sono molto divertenti, e giocano sulle paure, sui "rischi" che tipicamente associamo a questo paese dicendo che il solo rischio e' che alla fine tu voglia fermarti in Colombia. Devo dire che le pubblicita' hanno un senso. Sono arrivato da 5 giorni e i Colombiani mi accolgono a braccia aperte. Alice e Juanca, amici cisvini che mi ospitano in primis (Ali ti ho naturalizzata Colombiana ;)) e poi tutti i loro amici e parenti.

Qui per natale hanno una bellissima tradizione, quella delle novene. Nei giorni precedenti al natale si incontrano spesso a casa di qualcuno, di un parente, di un collega, e approfittano della compagnia per mangiare, scambiarsi regali e pregare insieme. E' un bel momento, molto caloroso, vissuto con semplicita', con le varie generazioni, dai bambini ai nonni passando per la nostra, che si incontrano e si scambiano gli auguri. La gentilezza con cui mi hanno accolto in ogni occasione mi ha colpito molto e mi ha fatto sentire piu' vicino a casa.

Poi ogni colombiano e' orgogliosissimo del suo paese, e non perde l'occasione per consigliarti dove andare, cosa vedere, cosa visitare. C'e' abbastanza consenso sulla zona costiera nord, per cui penso che tra non molto mi dirigero' li'. Intanto mi godo Bogota', con i suoi musei interessantissimi, il suo caos e la sua gente.

lunedì 21 dicembre 2009

Perito Moreno



Prima di andarmene dalla Patagonia, mi sono fatto 20 ore di bus per andare a vedere il ghiacciaio Perito Moreno, vicino a El Calafate in Argentina. Emozioni forti anche qui. Come di fronte al ghiacciaio Grey, anche qui mi sono sentito minuscolo. Una massa di ghiaccio imponente, antica di migliaia di anni nei suoi strati piu' profondi, e al contempo non immobile, non statica. In un continuo divenire crepitante e fragoroso, fatto di blocchi che si staccano e crollano nel lago. Il Perito Moreno e' considerato un ghiacciaio stabile, ossia, a differenza della maggior parte dei ghiacciai del nostro pianeta non sta scomparendo. Ogni anno in inverno la neve lo fa crescere fino a dividere il lago in due parti. Poi in estate si scioglie lentamente, fornendo acqua nuova a tutta la regione. E' meraviglioso il ciclo naturale delle cose, come la natura abbia un suo equilibrio, ed e' preoccupante pensare che questo equilibrio potrebbe venire completamente sconvolto in tempi che riusciremo a vedere anche noi... Meditate gente, meditate su quali sono le cose importanti... Chi vivrebbe senza acqua?

venerdì 18 dicembre 2009

I pinguini!!!



A vedere per la prima volta i pinguini mi sono emozionato tantissimo. Sono buffi, sono teneri, sono molto curiosi e simpatici. Siamo arrivati all'isola dei pinguini accompagnati da una guida molto ben preparata, che ci ha spiegato come muoverci e come avvicinarci senza spaventarli. Sull'isola c'erano due tipi di pinguini: magellanici e gentoo (papua in spagnolo). Cosi' ho finalmente capito da dove viene il nome della famosa distribuzione di linux. Sono molto belli, goffi nei movimenti e suscitano immediatamente simpatia e tenerezza. Siamo arrivati che erano tutti sulla spiaggia, reduci dalla pesca. Piano pianino, dopo essersi puliti, si sono diretti ai nidi, a incontrare moglie e figlio (o uovo) che li aspettavano a casa. Scene di vita familiare pinguinesca non troppo lontane da noi.

Abbiamo passato un pomeriggio incantevole e sono tornato a casa ancora una volta pieno di gioia e ammirazione per l'incredibile ricchezza e varieta' di soluzioni con cui la natura ha affrontato il problema della vita sul nostro pianeta. Hopenagen....

martedì 15 dicembre 2009

Ushuaia, la citta' piu' a sud del mondo



Ushuaia e' la citta' piu' a sud di tutto il mondo. All'estrema punta della terra del fuoco argentina e' un luogo molto interessante. Anticamente era un penitenziario, dove confinavano detenuti politici, o criminali condannati all'ergastolo. Immaginatevi le sofferenze di questi detenuti al freddo in una prigione senza riscaldamento. Oggi Ushuaia e' tante cose. Porto commerciale e zona franca, nel tentativo di decongestionare il porto di Buenos Aires; porto turistico delle spedizioni dirette in Antartide; base per esplorazioni e estrazioni petrolifere; centro di sci e vacanze. Quasi nessuno dei suoi abitanti e' originario di li'. Si tratta spesso di gente giovane, venuta ad affrontare il clima difficile e il buco dell'ozono in cerca di fortuna.

E cosi' incontri Matias, che fa il macchinista su una nave container, ha 22 anni, divorziato con una figlia, e spera di fare questo lavoro solo fino ai 35, per poi fermarsi e metter su un ristorantino o qualcosa di simile. Le storie di un marinaio sono sempre interessanti, anche se vanno prese con le pinze. Trovi Moreno, figlio di italiani immigrati in Argentina nel '48 e padrone di terre, compagnie di navigazione, bar e fabbriche nella zona. Trovi Veronica, che lavora nell'agenzia viaggi accanto a quella di Moreno, originaria di Buenos Aires, e' venuta qui perche' c'e' lavoro e poi si e' fermata. Incontri Ariel, originario di qui, guardiano dell'ostello e soccorso alpino, che si era trasferito al nord ma poi non ha resistito in citta' ed e' tornato ad Ushuaia, per le montagne, la natura, la bellezza delle notti bianche. C'e' Fortunato, guardiano notturno all'ostello, soprannominato Hitler per la sua severita', salvo sciogliersi a raccontarmi la sua vita tra le 3 e le 4 del mattino, e il suo sogno di andarsene di la', sposarsi e trovare lavoro in europa, magari sfruttando un vecchi nonno italiano. Passi le ore a chiacchierare con Katie, californiana che vive a New York, in partenza per l'antartide dopo aver percorso tutti gli altri continenti e in viaggio alla ricerca di se', un po' come me, o trovi Elena ed Emiliano, di Padova, in vacanza per un po' prima di rientrare al lavoro.

Si', perche' ad Ushuaia di Italiani ne trovi davvero tanti, molti di piu' che in qualunque altra citta' dove sono stato. Chissa' che cosa rappresenta per noi arrivare a toccare la fine del mondo, e poi tornare indietro.. mi suona in testa quella canzone di Lorenzo..

sabato 12 dicembre 2009

Torri del Paine 2

Da Torres del Paine

Al parco nazionale delle Torri del Paine sono rimasto per 5 giorni. Li ho trascorsi essenzialmente camminando fino ad esaurire le forze. Mi piace molto camminare in montagna. Dopo le prime ore, in cui sono carico e cammino velocemente e nervosamente, mi rilasso. Le gambe incominciano ad essere piu' fluide, la mente finalmente smette di pensare freneticamente "quando arriviamo, quanto manca, ci mettero' tot, che bello questo, che brutto questo" e mille altri pensieri inutili, e si lascia andare. Tutto prende il ritmo lento, cadenzato e continuo dell'onda lunga del sentiero. Tutta la mia persona, anima e corpo, si compenetra con l'ambiente, mi rilasso, mi godo l'aria fresca, mi lascio stupire dalla grandiosa immensita' di questi blocchi di granito, dalle nuvole che scorrono sopra di me, anch'esse immense, dai colori luccicanti e vari dei diversi laghetti che incontro lungo il cammino.

A volte cammino nel bosco, umido, magari sotto la pioggia, e mi piace di meno. Mi sento veramente bene quando cammino in alta montagna. Tra le rocce, la neve, magari con l'inizio di un ghiacciaio sopra la testa. Sognando di imparare ad arrampicare e un giorno poter raggiungere la cima di questi enormi torrioni, di queste infinite distese di ghiacchio e neve. L'emozione mi fa dimenticare la fatica. Mi e' capitato un paio di volte di arrivare ad un primo belvedere, dopo 6-7 ore di cammino, molto stanco, e rianimarmi in un attimo con l'intuizione che con 2-3 ore di cammino in piu' potro' arrivare a un punto di osservazione ancora migliore, a vedere le rocce e i ghiacci piu' da vicino, o da un'altra prospettiva.

I cinque giorni li ho passati cosi'. Dormendo in rifugio quando potevo e c'era posto, dormendo in tenda le altre volte, lasciandomi convincere ad uscire alle 4 del mattino per vedere l'alba sulle torri da una coppia di belgi, camminando da solo o in compagnia, sotto il sole o sotto la pioggia, cucinandomi una cena, facendo amicizia con i ragazzi dell'ostello o con altri camminatori come me. Ho incontrato gente veramente simpatica. Con alcuni ho condiviso belle emozioni in cima ad un passo o di fronte ad un ghiacciaio, in altri momenti ero da solo, a lasciarmi stupire e commuovere dal panorama. A volte ci si salutava la mattina, consci di camminare a velocita' diverse, per poi ritrovarsi la sera, a bere una birra in compagnia.

Cinque giorni con il sorriso sempre stampato sulle labbra...

mercoledì 9 dicembre 2009

Viaggio e futuro

Spesso mi fermo a pensare cosa faro' quando questo viaggio sara' finito. Si', perche' so che non viaggero' per sempre. Viaggiare e' bellissimo. Apre la mente, abitua a mettersi in discussione, ad adattarsi e ad affrontare le difficolta'. Per me questo viaggio e' stato soprattutto un modo per abbandonare dei vecchi schemi di comportamento e provarne altri, diversi, nuovi. In viaggio incontri gente sempre nuova, e puoi permetterti di tentare risposte o attitudini che vanno contro il tuo abituale modo di essere. Non sempre e' facile, non sempre e' utile, a volte e' dannoso, ma il piu' delle volte si generano situazioni nuove e divertenti, che mai si sarebbero incontrate stando a casa e rimanendo fissi nei propri schemi.

Ho prolungato il viaggio varie volte per la curiosita' di scoprire luoghi sempre nuovi, ma anche per continuare questo esperimento che mi sta divertendo molto e facendo scoprire molto meglio chi sono, chi posso essere e che cosa sto cercando. Suona vago, ma vi assicuro che non lo e', ed e' anche abbastanza semplice, nulla di trascendentale. Insomma, tra le varie cose che ho scoperto, c'e' che amo viaggiare per dare una mescolata alle carte, ma poi mi piacerebbe fermarmi e costruire. Dove, come, cosa e con chi sono le domande che piu' mi incuriosiscono in questi giorni. Si', perche' risposte complete a queste domande ancora non ne ho, solo intuizioni, o aspirazioni e desideri. E' una fase molto creativa, mi sono venute tante idee, che una volta tornato vorrei mettere in pratica. Spero solo di avere la pazienza e la tenacia di perseguirle fino in fondo.

E' interessante che in questo viaggio incontro tantissimi francesi, inglesi, americani, australiani, neozelandesi, tedeschi, belgi, svizzeri, polacchi, ceki, singaporesi, ma quasi nessun italiano. In tutto il viaggio ne ho incontrati 3 che come me si erano presi un tempo per viaggiare, e di questi, 2 nella stessa citta'.
Qualcuno sarebbe interessato se iniziassi a dare seminari sulle strategie per prendersi un anno di pausa senza mandare a fanculo la carriera o la vita? (ovviamente inizierei a darli solo dopo esser tornato e aver trovato un lavoro, per ovvie ragioni di credibilita' :D)
Magari a qualcuno in Italia potrebbe interessare...

lunedì 7 dicembre 2009

Torri del Paine 1



Dopo esser ripassato a Santiago per festeggiare il compleanno del cugino, sono stato a camminare in giro per il parco nazionale delle Torri del Paine, prima tappa patagonica del viaggio! Sono delle montagne molto recenti, dei picchi rocciosi scoscesi e aspri, che ricordano molto le nostre Dolomiti. Il colore pero' e' diverso. Le Torri del Paine si sono formate all'incontro della placca pacifica con la placca atlantica, e portano il segno di questo scontro. Sono montagne bicolore! A strati nere, di roccia vulcanica, a strati beige. Montagne panna e cioccolato, bellissime davvero. Guardatevi il video e le foto, che nel prossimo post vi racconto un po' di avventure...

sabato 5 dicembre 2009

Talca e il parco Tricahue



Dopo qualche giorno, a Pucon e' tornato il brutto tempo, e cosi' mi sono rispostato verso nord. Sono arrivato a Talca, e un po' a caso un po' a intuito mi sono diretto verso il rifugio Tricahue. Costruito e tenuto da una coppia Franco-Belga, che dopo aver girato il mondo in bicicletta, ha deciso di fermarsi nelle montagne cilene a vivere, e' un rifugio carinissimo, dotato di cucina e camere confortevoli, nonche' di piscina e sauna. Mi sono fermato un paio di giorni e ne ho approfittato per andare a fare una bella camminata. Sono partito il giovedi' mattina, con la tenda e una laguna a 2000 metri come meta. Purtroppo ci ho messo piu' del previsto ad arrivare al punto di campeggio, per cui ho dovuto rinunciare a salire alla laguna il primo giorno. Il venerdi' ho cominciato a camminare che era ancora buio pesto, una sensazione non piacevole in mezzo alla foresta, e sono arrivato alla cima alle 7 e mezza del mattino. Nel video ho fatto una panoramica della vista, ma non rende molto la sensazione di enorme piacere che si prova ad esser arrivati in cima, insistento contro la propria stanchezza e la voglia di mollare per tornare indietro e dirigersi verso casa.

Poi sono risceso e ho preso di corsa un autobus per rientrare a Santiago a festeggiare il compleanno del cugino...

giovedì 3 dicembre 2009

Pucon 2: Rafting




Sempre a Pucon ho fatto per la prima volta Rafting. E' molto divertente, specialmente se si e' accompagnati da una guida simpatica come la nostra. Yago ha lavorato in italia per 5 anni, nelle valli trentine (non sapevo si potesse fare rafting), ora e' tornato in Cile per via della famiglia. Una storia di emigrazione al contrario...

Da Rafting

martedì 1 dicembre 2009

Colpo di follia

L'altro giorno mi sono lasciato prendere da un colpo di follia. Sono arrivato in Patagonia con un viaggio interminabile di aereo e pulmann, ho fatto la spesa verso mezzanotte, ho trovato l'ostello, fissato il bus per il giorno dopo e prima di andare a dormire ho dato un'occhiata ai voli dal Cile alla Colombia. La pulce nell'orecchio me l'avevano messa Jaki e Martha, dicendomi che andavano in Colombia per Natale. Io avevo guardato i voli, ma costavano veramente troppo. Beh, l'altra sera guardo, e trovo un volo a pochissimi soldi... "Ci dormo su" ho pensato. La mattina il bus per le Torri del Paine partiva alle 7e30. Mi sono svegliato, ho fatto colazione, e piu' ci pensavo piu' l'idea di passare Natale e capodanno al caldo della Colombia mi attirava. Alla fine ho deciso d'impulso, come sempre di piu' mi sto allenando a fare, e ho preso il biglietto! Vado in Colombia dal 15 dicembre al 12 gennaio! Sono molto contento, per un sacco di motivi.
Questo comporta che ho spostato di nuovo il volo di rientro, e penso che rientrero' a Febbraio in Italia. Sara' il primo Natale che non passo in famiglia, e la cosa mi rattrista un po'. Spero pero' che il viaggio sappia compensare questa tristezza, e sono sereno di aver ancora una volta scelto seguendo quello che sentivo. Un abbraccio a tutti voi che mi aspettate in Italia, portate pazienza e perdonatemi se ancora una volta vi faccio rimandare il momento degli abbracci e dei racconti...

domenica 29 novembre 2009

Pucon 1: Volcan Villarica



Dopo essermi riposato e fermato un po' a Santiago, sono partito in direzione sud, alla volta di Pucon. Li' mi sono fermato 5 giorni, al bellissimo Etnico Eco Hostel, approfittando della fortuna di esser arrivato il primo giorno di sole dopo tre settimane di nevicate.

Il mio progetto iniziale era di andare a camminare nel parco nazionale Villarica, ma vista l'enorme quantita' di neve, ho noleggiato un paio di sci da scialpinismo e mi sono divertito a salire e scendere il vulcano Villarica. E' stato talmente divertente che due giorni dopo ho ripetuto l'esperienza in snowboard. La parete est era completamente vergine, ancora nessuno era sceso da quel lato, perche' la maggior parte dei turisti sale e scende a piedi per il lato nord. Mi sono sparato quasi 600 metri di dislivello a pendenza costante, neve fresca perfetta e intoccata. Un paradiso!!!!

La sera poi ho approfittato delle terme per riposarmi un po' in compagnia.

venerdì 27 novembre 2009

Santiago 2: Villa Grimaldi

Da Villa Grimaldi

Tornato a Santiago ho cercato di approfondire un po' le mie scarse conoscenze della storia del Cile, in particolare quella recente, e non e' stato per niente facile. L'impressione generale e' che i Cileni non abbiano ancora fatto i conti con la storia, e siano ancora molto riluttanti ad esprimere un opinione sul passato recente, sul golpe di Pinochet, sul terrore che ha caratterizzato la sua dittatura e sull'influenza che questi eventi ancora hanno nella societa' cilena di oggi. La prima impressione e' che i Cileni siano stati un po' formattati, spenti, e che abbiano registrato una rigidita' inconscia. Non a caso, ad una qualunque domanda, la prima risposta di un cileno e' spessissimo "NO", salvo poi cambiare se gli si ripone la domanda un po' di tempo dopo.

Ho girato per Santiago in cerca di un museo che contenesse un po' di storia e non e' stato per niente facile trovarlo. Il museo storico nazionale, il piu' importante e grande del cile, parte dalla preistoria e si ferma giusto giusto al '73, con qualche foto del golpe e basta. Una delusione molto forte, a cui si aggiunge la constatazione che anche altri fatti della storia recente sono raccontati con omissioni o con un punto di vista molto fazioso. Un esempio su tutti e' la guerra del pacifico con la Bolivia, evento fondamentale per l'economia cilena di fie '800, che nel museo di Santiago viene riassunta in due righe. Per dare l'idea del contrasto, in Bolivia esiste un intero museo su questa guerra. Deluso, ho provato a dirigermi alla fondazione Allende, che ha un museo privato di opere d'arte donate in sostegno o in memoria di Allende da artisti contemporanei. Anche li' molto poco da vedere, giusto una targa con le parole pronunciate da Allende nel famoso ultimo discorso alla radio, e nulla piu'.

Pare che prossimamente apriranno un Museo della Memoria, proprio dedicato a questo, e mi e' dispiaciuto non poterlo vedere, Comunque, chiedendo qua e la' sono venuto a sapere di Villa Grimaldi. Villa Grimaldi e' stata un centro di detenzione, tortura e sterminio negli anni della dittatura, e dalla meta' degli anni '90 e' stata convertita in un parco della memoria, con annessa una fondazione che si occupa di divulgazione ed educazione. E' molto poco conosciuta dai cileni, essendo visitata principalmente da turisti e scolaresche di bambini, ma e' un posto che val davvero la pena di vedere. Il parco e' stato costruito in maniera molto evocativa, senza alcunche' di macabro o esagerato. C'e' una piccola stanza con oggetti appartenuti a vittime del terrore, che rendono i loro ritratti ancor piu' vivi e reali, c'e' un muro con i nomi, e sopratutto un roseto bellissimo. Disteso tra le rose, e i nomi delle donne morte o scomparse, ho lasciato che il silenzio mi invadesse. Vi invito a fermarvi un secondo e pensare a quanto male puo' fare l'uomo, a come puo' arrivare a pianificare ed eseguire un piano tanto atroce, seguendo non si sa bene quale delirio...

mercoledì 25 novembre 2009

Cajon del Maipo



Il weekend del 7 Novembre abbiamo fatto una gita poco fuori Santiago. Martha e Jaki durante la settimana lavorano duro (contrariamente all'opinione di chi li crede in erasmus) e quindi il weekend hanno piu' voglia di me di approfittare del tempo libero e rilassarsi. Siamo partiti in macchina, in compagnia di un simpatico francese di nome Vincent, con destinazione Cajon del Maipo. Ci siamo sistemati in una specie di bungalow, che qui chiamano cabaña, e abbiam passato il sabato pomeriggio sul dorso di un cavallo in compagnia di due guide molto taciturne. La sera ci siamo abbuffati di carne alla griglia, approfittando del fatto che qui un kilo di filetto costa sui 7 euro. Il giorno seguente siamo andati a fare una passeggiata fino a una laguna ancora mezza coperta di neve. Un gran bel weekend, rilassante e divertente!

lunedì 23 novembre 2009

Santiago 1:

Da Santiago

A Santiago mi sono fermato parecchio tempo, come dicevo, e a cominciare con questo post vi raccontero' alcune impressioni e momenti salienti. Appena arrivato mi ha colpito la modernita' della citta' e i molti richiami a Parigi. In particolare il metro, che e' fatto da Alstom, ed e' una copia identica della linea 1 (guardate le foto!!). La citta' e' grande e caotica, ma molto piu' ordinata delle altre citta' sudamericane che ho visto. C'e' un grande quartiere di bar studenteschi che si chiama Bellavista, e molti quartieri residenziali pieni di grattacieli enormi. Sullo sfondo svettano le Ande, e Jaki e Martha hanno la fortuna di avere un appartamento con finestra che da sulla cordigliera! Meraviglioso!

A Santiago mi sono riposato. Dopo tutti questi mesi di continue esperienze nuove, di continui cambiamenti senza sosta ho avuto bisogno di una buona pausa, di un momento di riflessione, di ricaricare le batterie. E devo dire che l'ospitalita' del cugino e di Martha e' stata magnifica e mi ha permesso di riposarmi a pieno. Ho passato vari giorni a casa, senza fare grandi cose, riaggiustando le idee, chattando e chiacchierando con gli amici in Europa, facendo lavatrici e altre menate pratiche e pensando a dove dirigermi poi. Le sere sono sempre state speciali. Spesso siamo usciti insieme ai loro amici, una volta al tango, una volta al karaoke, una volta a cena. Sono una bella comunita' di expat, e mi sono subito sentito accolto e a mio agio. I weekend abbiamo fatto varie gite, ma queste ve le racconto la prossima volta...

sabato 21 novembre 2009

Valparaiso

Da Valparaiso

Da S. Pedro de Atacama sono andato a Santiago dove mi son fermato qualche settimana in compagnia del cugino. Sono arrivato un giovedi', e il weekend sono subito andato a visitare Valparaiso su invito di Javie, una ragazza cilena che avevo incontrato durante il viaggio in Brasile. Valparaiso e' un luogo denso di storia e di fascino. Li' e' iniziato il golpe del '73, li' ha abitato Pablo Neruda. Un luogo magico e tragico allo stesso tempo. Valparaiso e' un porto, e come tutti i porti racconta di viaggi, di navi mercantili che arrivano e vanno, cullate dal mare. Ho cenato in un ristorante chiamato CINZANO, dove un gruppo di vecchietti ultrasettantenni suonavano tango. Il cantante era meraviglioso: orecchie a sventola, vestito con un frac blu con coccarda e doppiopetto, un nasone rubicondo per le ombre che si beveva tra una canzone e un'altra. Un'atmosfera molto popolare, un po' nostalgica, ma bellissima!

giovedì 19 novembre 2009

S. Pedro de Atacama



Eccovi un video conclusivo dei miei giorni a S. Pedro de Atacama.
Buona visione!

mercoledì 18 novembre 2009

Il mio primo 6000mt!

Da Sairecabur

L'ultimo giorno a San Pedro de Atacama mi sono lanciato in una spedizione in cima a un vulcano di 6006 metri. A prima vista la gita sembrava molto semplice: si arriva in macchina fino a 5700 e poi si salgono gli ultimi 300 metri a piedi. Facile! Tra l'altro la cima si vedeva gia' quando siamo arrivati, quindi ho esclamato: "beh, tra mezz'ora siam su!". La guida mi ha guardato sorniona. Ci abbiamo messo quasi 3 ore, marciando lentissimamente, un respiro ad ogni passo e anche cosi' fermandoci ogni 5 minuti a riposare. Mi mancava veramente il fiato... Non ero mai stato cosi' in alto... Pero' arrivare in cima e' stata una gran bella soddisfazione!

martedì 17 novembre 2009

Sandboard e stelle!

Da Sandboard

Il secondo giorno ho provato di nuovo a fare sandboard. La prima volta ci avevo provato a Jericoacoara, in Brasile, con scarsi risultati. Questa volta e' andata un po' meglio, perche' la duna era piu' grande e soprattutto perche' mi hanno spiegato che prima di scendere la tavola va incerata con una candela. Mi sono divertito, ma avrei tanto voluto uno skilift per tornare su!

La sera invece ho fatto una gran figata. Un signore francese, ex tecnico ottico in uno dei grandi osservatori astronomici dell'ESO, si e' messo in proprio e offre tour astronomici per turisti. Ha costruito 5-6 telescopi, il piu' grande con uno specchio di 60 centimetri, e abbiamo passato la sera a osservare pianeti, stelle, galassie, nebulose e quant'altro! La figata e' che il cielo del sud contiene alcuni oggetti che non sono visibili al nord, in particolare alcuni ammassi globulari come questo, che sono veramente spettacolari. Una quantita' di stelle, tutte insieme, da far girare la testa.

domenica 15 novembre 2009

L'arrivo in Cile: San Pedro de Atacama

Da Lagunas Cejas

L'arrivo in Cile e' per certi versi rassicurante, per altri traumatico. Venendo dalla Bolivia sembra di tornare alla civilta', di colpo! Strade asfaltate, pulmann veloci, ristoranti puliti e con varieta' internazionale di cibo. E' stato molto piacevole sedersi e prendere un menu' che non comprendesse riso, dopo una ventina di giorni di monotonia boliviana. In compenso la modernita' si paga: prezzi molto piu' alti, ritmi molto piu' frenetici, agenzie turistiche molto piu' scafate e quindi meno propense a trattare con i turisti!

Ho deciso che avrei passato 3 giorni a S. Pedro e che avrei cercato di approfittarne il piu' possibile. Nei prossimi giorni vi racconto un po' di belle avventure. Oggi incomincio con le lagune Cejas. Sono delle lagune salatissime, in cui si galleggia con quasi tutto il corpo fuori dall'acqua, come nel mar morto. La nostra guida era un simpatico ragazzo cileno che oltre a raccontarci un sacco di informazioni sul luogo e sull'origine delle lagune (sempre il lago preistorico), ci ha anche offerto un aperitivo al tramonto, davanti all'ultima laguna. Ovviamente mi sono lanciato per fare il bagno, nonostante il discreto freddo.

La sera sono approdato all'unico bar di S. Pedro, l'Export bar. Essendo lunedi' eravamo in pochissimi, e quindi, come spesso mi capita, mi son messo a chiacchierare con la proprietaria. Aveva vissuto in Itala, a Verona, per un certo tempo, ed aveva una grande nostalgia del nostro bel paese. Tra l'altro parlava perfettamente italiano. Per discrezione non le ho chiesto come mai, ma era chiaro che una parte di lei era rimasta li'. Un lavoro, un amore, forse entrambi, ho pensato. Mi sono commosso e un po' amareggiato.

Vista da fuori, con occhi italiani, la nostra bella penisola sembra sempre di piu' una nave alla deriva, sganciata dall'Europa, sganciata dalla modernita', sganciata dai diritti e dalla normalita', sganciata dal futuro, incapace di indignarsi, di ribellarsi o di reagire compostamente ma fermamente, persa. Eppure, chi ci passa poco tempo, chi non ci lavora, chi non si trova a dover sopportare le costanti frustrazioni della vita quotidiana dell'italiano medio, chi la vede da turista, la adora e ne vive solo i lati positivi: il calore e l'affetto della gente, la cucina, la natura meravigliosa, l'arte e la cultura. Quando racconto le storie piu' comuni dell'italia recente, le macchiette della politica, lo strapotere della mafia, il precariato dei giovani, il menefreghismo e ultimamente l'intolleranza per gli stranieri, la gente strabuzza gli occhi, non ci crede.

Commozione, nostalgia e rabbia...

venerdì 13 novembre 2009

Uyuni 5: l'ultimo giorno e la frontiera

Da Lama

L'ultimo giorno ci siamo svegliati alle 4 del mattino. Siamo partiti che era ancora buio, e molto freddo, verso la frontiera cilena. Ci siamo fermati un'oretta dopo a vedere dei geyser. Molto molto interessante. Come vi dicevo tutta la zona e' circondata da vulcani, alcuni attivi, altri dormienti. I geyser sono accompagnati anche da sorgenti termali, e all'alba, da bravi turisti, abbiamo fatto un fantastico bagno nell'acqua calda. Il contrasto con la gente in giacca a vento fuori dalle terme e' molto forte. Siamo poi arrivati con calma alla frontiera, abbiam salutato la guida e ci siamo messi ad aspettare il pulmino che ci avrebbe portati in cile...

mercoledì 11 novembre 2009

Uyuni 4: fenicotteri nel deserto



Dopo salar e mummie abbiamo iniziato ad attraversare una grande regione desertica. La particolarita' di questo deserto e' che e' molto freddo. Si incontrano delle bellissime lagune, piene di fenicotteri, e una distesa di sabbia e rocce che viene comunemente chiamata deserto di Dalì.

La seconda notte l'abbiamo passata in un rifugio molto piu' rustico dell'Hotel di sale della prima notte, ma abbiamo dormito bene.

lunedì 9 novembre 2009

Uyuni 3: le mummie

Da Mummie

A parte l'omonimo film, che ho dovuto sorbirmi in uno degli innumerevoli viaggi in pullman, le mummie erano usate dagli Aymara per conservare i corpi, soprattutto di bambini, morti. Abbiamo visitato una necropoli molto ben conservata, la cui particolarita' e' che le tombe sono fatte di una roccia formata in gran parte da corallo. E cosi' si ritorna alla storia del lago Michin, il lago preistorico che una volta copriva questo immenso altipiano....

domenica 8 novembre 2009

Una foto

Da La Paz

Ho visto questa foto al World Press Photo di Rio de Janeiro per la prima volta. Poi me l'ero dimenticata. Poi l'ho ri-incontrata al WPP di La Paz. E allora oggi vi do una pausa di riflessione dall'epopea di Uyuni per parlare di questa foto. A prima vista sembra una favela di Rio, o di una qualunque altra città del Brasile. E invece, la sorpresa è che questa foto, vincitrice del terzo posto per la categoria storie al WPP 2009, è stata scattata a Messina da Massimo Siragusa. La didascalia dice: "Fondo Fucile, in Messina, Sicily, is home to some 650 people. Shelters illegally erected as temporary housing after the Second World War still serve as family homes, yet there is no drinking-water or drainage system, and many roofs are made of asbestos. Successive city administrations have failed to bring any notable improvement to the slum."

Mi si è ghiacciata la pelle a leggerla... spero anche a voi...

sabato 7 novembre 2009

Uyuni 2: Il Salar

Da Salar

Il Salar de Uyuni e' la piu' grande distesa di sale del mondo. Per intenderci, e' talmente grande che viene comunemente usato come specchio per calibrare i satelliti che misurano l'altitudine. E' composto da una soluzione satura di acqua, sale, cloruro di litio e di magnesio che puo' raggiungere uno spessore anche di 20 metri, su cui posa una crosta di sale cristallino.
Io l'ho visitato alla fine della stagione secca, per cui sono evidenti le fratture nella distesa di sale. In quella umida il salar si copre di acqua e si trasforma in un immenso specchio. E' divertente fare foto che sfruttano l'assenza di profondita', come potete vedere....

giovedì 5 novembre 2009

Uyuni 1: il cimitero dei treni

Da Train Cemetery

Il cimitero dei treni si incontra appena usciti dal villaggio di Uyuni. E' un posto dove le ferrovie Boliviane han deciso di abbandonare tutte le vecchie locomotive a vapore che una volta andavano fino in Cile. A me sono sempre piaciuti i treni, ormai lo sapete, e anche qui sono stato travolto da emozioni molto forti. Tra l'altro, mi ha ricordato il campo di marte che c'e' dietro casa mia a Padova, altro luogo mitico del mio passato. Godetevi le foto!

mercoledì 4 novembre 2009

Flashback 6: L'epopea di Uyuni



Da Uyuni sono partito in Jeep verso la frontiera Cilena, in un viaggio di tre giorni attraverso distese di sale, deserti, lagune, geyser, vulcani, fenicotteri e chi piu' ne ha piu' ne metta. I luoghi erano talmente belli che ho scattato una marea di foto con quel che rimane della mia povera macchina fotografica. Quindi preparatevi che nei prossimi giorni ci saranno un sacco di post sulle bellezze naturalistiche di questi luoghi. Questa zona della terra e' incredibile. Compresso tra due catene montuose c'era una volta (30-40.000 anni fa) un grande lago di nome Michin. Le tracce del lago sono visibili ovunque, dai fossili ai residui di corallo, a, ovviamente, l'enorme distesa di sale che forma il Salar. E' una zona sismicamente molto attiva e ricca di minerali che danno i piu' svariati colori alle varie lagune che si incontrano. Tutto intorno, troneggiano vulcani attivi e maestose catene montuose. C'e' anche un deserto, il deserto di Dali, con formazioni rocciose scavate dal vento e dal tempo. Preparatevi a un viaggio su un'altro pianeta. Un pianeta bellissimo!

martedì 3 novembre 2009

Flashback 5: Verso Uyuni

Da Potosi to Uyuni

Da Potosi sono andato ad Uyuni. Il viaggio di 6 ore sballottato in un pullman che sembrava cascare a pezzi da un momento all'altro non e' stato dei migliori, ma in compenso ho visto paesaggi bellissimi. Godetevi le foto e il video.

lunedì 2 novembre 2009

Flashback 4: Potosi



Da La Paz mi sono diretto a Potosi.
Potosi era la principale zecca spagnola dell'epoca coloniale. L'argento fu scoperto dagli inca senza molta difficolta', perche' la montagna che si erge sopra la citta', il Cerro Rico, era talmente piena di metallo prezioso che delle venature di argento puro attraversavano tutta le sue pareti esterne. Un bellissimo quadro dell'epoca, lo mostra con chiarezza. Il quadro e' ricco di sincretismo pagano cristiano, con simboli che risalgono ai culti degli inca (il sole, la luna, la madre terra o pachamama) e figure cristiane. Gli inca non sfruttarono l'argento perche' ritenevano la montagna sacra a causa di alcune esplosioni (probabilmente terremoti) che avevano udito e interpretato come un monito della Pachamama. Gli spagnoli arrivarono e trovarono la montagna e da li' inizio l'estrazione mineraria. Per darvi un'idea dell'importanza delle mine e soprattutto della zecca di Potosi', per l'impero coloniale spagnolo, vi basti conoscere la storia del ritrovamento del tesoro della Nuestra Señora de Atocha, una nave spagnola affondata al largo di Cuba nel 1620. Il tesoro fu solo in parte localizzato e recuperato nel 1985 da Mel Fisher, dopo una trentina di anni di ricerche. I lingotti d'argento trovati nel carico avevano il marchio della zecca di Potosi'.

Le miniere di Potosi' sono oggi, come allora, un luogo di orribile lavoro. La gente, fin dai primi anni dell'adolescenza, lavora per 15 ore al giorno, in condizioni disumane, per portare a casa una paga che se va bene si aggira attorno ai 150 euro al mese. La Bolivia non dispone della tecnologia per processare i minerali, ne' di porti per commerciarli, per cui li esporta grezzi in Cile, da cui poi partono per la Cina, gli USA e l'Europa. Dopo la visita alle miniere di Potoi' il Che riflette' sullo sfruttamento dei lavoratori. Senza paragoni fuori luogo, a me sono tornate in mente le notti passate in laboratorio e i giorni passati a lamentarmi delle condizioni dure di lavoro di un dottorando, ed ho ringraziato, perche' nulla e' pari al lavoro disumano che si vede nelle mine di Potosi'.

p.s. per la cronoca, Potosi' si trova sopra i 4000m s.l.t., giusto per semplificare le cose....

sabato 31 ottobre 2009

Flashback 3: La strada piu' pericolosa del mondo (La Paz)




A la Paz sono fermato Circa una settimana, e tra le varie cose che ho visto e fatto, un giorno sono sceso in mountain bike per circa 3000 metri fino al villaggio di Coroico. Purtroppo era nuvolo e quindi non ottimale, ma lo stesso son riuscito ad apprezzare l'attraversamento di varie zone climatiche, partendo dalla montagna imperivia e arida fino alla giungla che si trova alla fine della strada. Un'esperienza divertente... Il video e' quello che e', in mancanza di programmi adatti per farne uno come si deve...

venerdì 30 ottobre 2009

Flashback 2: La Paz



La Paz e' una citta' incredibile! Mi e' piaciuta moltissimo, con i suoi contrasti cosi' forti, abbarbicata in una conca tra montagne altissime, moderna e caotica, ma circondata da una cintura urbana di campesinos e baracche, come sempre. L'arrivo e' stato travolgente, per vari motivi, tra cui la mitica D, ma poi mi sono ripreso e me la sono goduta per una settimana.

giovedì 29 ottobre 2009

Flashback 1: Cochabamba



A Cochabamba mi sono fermato solo un giorno. Il tempo di mangiare al mercato popolare dove probabilmente mi sono preso la mitica D. Putroppo era un lunedi', per cui non c'era molto da fare, specialmente la sera. Quindi, dopo vari giri a musei dove ho visto dei fossili molto belli, ho passato la serata a discutere con un barista della situazione politica Boliviana, di Evo Morales, delle divisioni interne al paese. La nostra discussione mi ha fornito un ottimo metro con cui misurare le affermazioni del governo boliviano che inonda di pubblicita' i canali televisivi in preparazione alle prossime elezioni di Dicembre. Evo ha fatto tante cose, e a sentire le televisioni sembra che ne abbia fatte solo di buone. A sentire la gente, dipende. I poveri e i campesinos lo adorano, perche' ha istituito delle specie di buoni pasto e pensione per i piu' poveri, per le donne e per varie altre categorie svantaggiate. Nelle televisioni si esalta la nazionalizzazione del gas, mostrando che ha portato a una riduzione dei costi per gli utenti e una maggior efficienza. Si parla anche di un'economia boliviana che nell'anno della crisi finanziaria mondiale e' cresciuta del 4% e di un sistema bancario piu' solido che mai, proprio perche' molto meno esposto ai mercati finanziari speculativi globali. Quelli di voi che maneggiano cifre e statistiche di sviluppo possono confermare o smentire?
A sentire la gente con formazione elevata Evo e' una delusione. Non e' preparato, non fa nulla e di fatto si protegge aumentando il potere della frangia della popolazione che lo ha sostenuto, ovvero i cocaleros. C'e' chi arriva a sostenere che si tratti di un vero e proprio capo mafia, e che i cocaleros, piu' che coltivatori di coca, siano bande armate che collaborano con i grandi cartelli colombiani della cocaina. Io non ho prove, quindi non posso dire, solo ho visto una grande disillusione in molte persone che avevano votato Evo convinte la prima volta. A queste elezioni di dicembre vince di sicuro, ma continuera' a garantire la stabilita' di cui la Bolivia ha estremamente bisogno per continuare a svilupparsi?

martedì 27 ottobre 2009

Quando c'e' casa...

La ricordate la musichetta di chiesa della Barilla della nostra infanzia? Con quello slogan geniale che ha colonizzato la mente e il cuore di tutti gli italiani e ha reso ricchi i pastaioli della famiglia Barilla per generazioni? Beh, c'e' poco da fare, era fatta proprio bene. Sono arrivato a casa di mio cugino giovedi' scorso, e che piacere! Mangiare comida italiana, chiacchierare in italiano, sparare cazzate fino a notte fonda e aggiornarsi sulle rispettive vite come ogni volta che ci si ri-incontra dopo tanto tempo.
Ho potuto rilassarmi (dopo le 8 lavatrici che ho fatto il primo giorno), riorganizzare i pensieri, e mi preparo a vivere un paio di settimane in compagnia del cugino e della sua simpaticissima ragazza, esplorando e godendomi Santiago alla grande.
Vi ringrazio tutti per i commenti, e per le mail personali che mi avete mandato. Mi piacerebbe che il blog fosse un posto interattivo, e mi piace leggere come avanzano le vostre vite e le vostre scelte personali. Se siete timidi e non avete voglia di commentare, scrivetemi due righe via mail che mi fa sempre piacere. Paolo, Marco e Jaki, vi ringrazio di cuore per le vostre riflessioni e sono sempre disponibile a continuare la discussione al mio ritorno. Per quanto riguarda FB, molto amici non ce l'hanno per cui non e' una buona opzione. Matte, in questo blog non si ciava mai perche' e' un blog per bambini, cosi' lo puo' leggere anche Mr Greg. Andre, l'anonimato non protegge quando lo stile delle cazzate e' inconfondibile. Ti dico solo che venerdi' abbiamo giocato una prima partita di calcetto, mancavi solo tu col tuo pallone. Ricardo, e agora que fico no Chile precisaria mudar de novo o nome... Chilification e' muito feio, nao acha?
Per quanto riguarda me, penso che da qui proseguiro' verso sud, alla
scoperta della Patagonia, e poi vedro' il da farsi. Santiago e' una
citta' quasi europea, moderna, caotica, veloce, pulita. E mi ricorda
casa Europa. E l'Europa mi manca. Parigi mi manca. Padova mi manca.
Vi abbraccio tutti


p.s. carrellata di video in arrivo nei prossimi gg...

venerdì 16 ottobre 2009

Il Blog (trascrizione dal mio diario personale)

Il blog mi fa riflettere.

Quando ho deciso di scriverlo, l'ho fatto per due ragioni: primo perche' so che e' chi si allontana che ha il compito di farsi vivo e secondo perche' ho sempre avuto paura che viaggiare significasse perdere gli amici che non viaggiano insieme a me.

Tenere il blog era un modo per tenere vivo il legame, perche' almeno dal mio lato si potesse intendere l'evoluzione personale, e mi e' costato tempo e energie.
A parte un momento, in cui poche persone mi hanno scritto apprezzando lo sforzo, il blog non mi ha dato molto. Mi ha fatto capire quante sono le persone che mi pensano, e non sono molte, e anche loro, mi pensano ma non me lo dicono, mi scrivono poco, rarmente, pur magari seguendo il blog ogni giorno. Cosi' diventa difficile essere partecipi del cambiamento degli altri, e la comunicazione diventa a senso unico.

Il maggior problema, col blog, e' che per tenerlo aggiornato ho finito col vivere in vetrina, osservando le cose con l'occhio di chi le vuole raccontare a qualcuno, forse con una punta di protagonismo, e cosi' mi sono concentrato molto meno sulla realta' che stavo vivendo, sugli incontri, sulle scelte.

Ho deciso.

Ridurro' drasticamente i post: uno alla settimana, tendenzialmente il venerdi', e basta. Per quanto riguarda i video e le foto, internet in questi luoghi remoti e' sempre piu' lenta, per cui diventa difficile aggiornarli con la velocita' di prima. Cerchero' di fare il possibile con post automatici come in passato.

Non me ne vogliate, vi voglio bene e vi penso sempre.

sabato 10 ottobre 2009

la mitica D della Bolivia

Ebbene sì, è successo anche a me!

La mitica D della Bolivia ha colpito impietosamente il giorno 7 e solo
se n'è andata dopo una battaglia senza esclusione di colpi.
Le prime testimonianze circa l'esistenza della mitica D della Bolivia
risalgono alle popolazioni pre incaiche, che per proteggersi usavano
scolpire delle enormi tazze votive in pietra su cui si sedevano e
sacrificavano cibo fresco e animali selvaggi. Il tutto era
accompagnato da danze rituali e bevande allucinogene di vario tipo.

Più recentemente, si narra che negli incontri tra i conquistadores e
gli inca, questi ultimi offrissero ai primi cibo locale in segno di
accoglienza, con la speranza che la mitica D si manifestasse e
convincesse i conquistadores a tornare alla propria terra.

Il caso noto piu' recente e' quello dell'Erasmus cileno J.G. (si
rispetta la praivasi in questo blog), accolto dalla mitica D della
Bolivia al suo ingresso in La Paz non piu' di 20 giorni fa.

Della mitica D si sa ben poco. Studiosi di tutto il mondo tutt'oggi
dibattono sul suo habitat naturale e le sue usanze. Pare che ami
particolarmente annidarsi tra le foglie di insalata e i piatti mal
lavati, ma sembra che non disdegni il cibo crudo in generale, e i
mercati di strada.

La mitica D ti coglie di sorpresa, quando meno te l'aspetti, di solito
all'alba compare senza presentarsi e dopo poco sei completamente suo
schiavo. Ti riduce a un colabrodo, ti succhia tutte le energie e le
risorse e a nulla servono invocazioni e rituali. Solo se ne va a colpi
di ciprofloxacina e metronidazol, accompagnati da abbondante acqua,
reidrax e un buon medico locale.

Viaggiatori e pellegrini vengono in Bolivia da tutto il mondo con la
speranza e il timore di incontrare questo essere cosi' mitico e letale
e io non sono stato da meno.

Ora sto bene comunque,

Bacioni!


p.s. per marol: e chi ha detto che mi mancano solo gli amici di parigi?

giovedì 8 ottobre 2009

El Fuerte



El fuerte e' un'enorme pietra intagliata che sta in cima a una montagna. Risale a prima degli Inca, a prima di Cristo, ed e' stata usata dai vari popoli come centro religioso e rituale. E' un posto molto suggestivo. Ci son stato due volte, la prima in taxi, la seconda a piedi, facendo un lunghissimo giro per le montagne circostanti. La pietra e' allineata secondo l'asse est-ovest, in modo che le stagioni sono facilmente riconoscibili. Arrivarci a piedi, dall'alto delle montagne, e' molto emozionante. Sembra di ripercorrere il cammino del passato, dei popoli che hanno abitato quelle valli. Siamo sempre a Samaipata che, come vi raccontavo, si trova in una posizione geografica molto speciale, al limite tra quattro diversi microclima. Inoltre, era una tappa obbligata sulla rotta est-ovest e probabilmente e' per questo che i popoli antichi han deciso di farne un centro religioso e rituale molto importante. Mi immagino le feste, lughe settimane, con sacrifici e danze. Nella pietra sono intagliate varie figure di animali, e tanti canali, anch'essi in varie forme. C'e' chi dice che i canali venivano riempiti di acqua cosicche' le stelle ci si specchiavano, in un rituale legato all'irrigazione e dunque alla fertilita' della terra.

Sono rimasto molto affascinato...

Abbracci!

mercoledì 7 ottobre 2009

Cuevas



(scritto il 2 ottobre)
Ragazzi, sono gasatissimo!
Sono appena rientrato da una giornata di cammino a Samaipata, un
villaggetto a poche ore da S. Cruz, sulle montagne. E' stata una
gironata fantastica! Piu' in basso trovate un racconto un po' piu'
dettagliato, ma la vera figata e' stato il rientro a casa.
Era gia' calata la sera quando siamo finalmente giunto alla strada che
ci doveva riportare a casa dopo 6 ore di cammino nei monti. In teoria
passano molti autobus, per cui non doveva essere un problema, in
pratica, in un'ora, tutti gli autobus che sono passati non si sono
fermati!!! Alla fine abbiamo fermato un camion che, gentilissimo, ci
ha fatti salire nel cassone dietro. Siamo rientrati in citta'
viaggiando distesi comodamente su dei sacchi di patate! Come nei
viaggi di una volta! Sono ancora gasato dall'emozione!

Ora il resto del racconto.

La meta della giornata erano delle cascade, raggiungibili in 3 ore di
cammino (in teoria). Abbiamo deciso di non prendere una guida, e non
e' stata una decisione saggissima perche' ci siamo persi subito e dopo
un'ora stavamo ancora cercando l'inizio del sentiero. Era gia'
pomeriggio quando abbiamo iniziato a camminare nella direzione giusta,
comunque, con qualche altra incertezza siamo arrivati in cima a un
monte dove abbiamo mangiato in compagnia di alcuni condor che volavano
sopra le nostre teste. Con me c'erano Bruno, francese, Iustina,
tetesca e Kuhn, belga. Eravamo preparati ad ogni evenienza, con
vestiti caldi e acqua e anche un GPS.
Sapete quanto mi piace la montagna, e qui inizio gia' a gasarmi, anche
se siamo ancora abbastanza bassi (1500m). In ogni caso, dalla cima il
panorama andino era molto bello, e quando abbiamo iniziato a scendere
non abbiamo fatto troppo caso al sentiero. Avevamo delle vaghe
indicazioni e da bravi boyscout alle prime armi (non linciarmi cugino
:) ci siamo persi di nuovo! Morale della favola: 3 ore aggiuntive di
marcia lungo un torrente e siamo finalmente arrivati alle benedette
cascate. Peccato che stesse gia' calando la sera e quindi non si
potesse fare il bagno...

Stasera ci premiamo con una bella cenetta e una bisteccozza da kilo!

martedì 6 ottobre 2009

Video premio!



ecco il video premio per il concorso Cocktail & Dreams, vinto dalla Sil!
Siamo a Rio de Janeiro, mesi fa...

lunedì 5 ottobre 2009

Bolivia!

Dopo il Pantanal sono partito in direzione bolivia. Mi son fermato una
notte a Corumba. Li ho conosciuto un prete che insegna alla facolta'
dei salesiani e mi e' stato molto simpatico. Avessi avuto piu' tempo e
voglia mi sarei fermato per andare a vedere le attivita' per i ragazzi
poveri che fanno alla casa don bosco. Invece sono partito subito, il
giorno dopo, con il treno che va a Santa Cruz. Il Treno mi ha gasato!

Sapete che sono un fanatico dei treni. Non so se sia perche' da
piccolo non mi hanno mai comprato i trenini lima che avrei tanto
desiderato, o perche' il treno e' un mezzo che ha tanti lati positivi
(rilassante, collettivo, non inquinante, sicuro, veloce), fatto sta
che i treni mi piacciono tanto, specialmente i regionali. Ovviamente
ho scelto il treno piu' lento che ci mette quasi 20 ore. Va
pianissimo, ballonzola sui binari, si ferma spessissimo e ad ogni
fermata salgono su un sacco di donne e bambini offrendo roba da
mangiare. Panzerotti, spiedini, piatti completi con riso e pollo
fritto. Molto meglio dei panini confezionati di trenitalia!Godetevi il video e lasciatevi traghettare lentamente in Bolivia!



p.s. C'e' un vincitore per il quesito del bar! Video premio in arrivo.
Mentre ancora nessuno ha indovinato la canzone di de Gregori....

venerdì 2 ottobre 2009

Internet a singhiozzo

Cari dragazzi,
sono in Bolivia, ma in un villaggetto sperduto nei monti, per cui internet non funziona bene. Domani torno a S. Cruz e riprendero' a inondarvi di video e di foto, ma per il momento si torna alla vecchia parola. Ne approfitto per dare le coordinate del posto dove sono: Andoriña +59139446333, e per mandarvi un abbraccio!

p.s. abbiamo un vincitore del concorso per il bar, mentre ancora latita la soluzione per la canzone di de gregori...

I veneti alla riscossa

La mattina che stavo partendo per la bolivia ho fatto due chiacchiere con il tizio seduto accanto a me a fare colazione. Mi chiede da dove sono, e quando scopre che sono italiano, esclama "Alora te capissi se te parlo talian!". Si' dico io, ma non perche' mi stai parlando italiano! Gli chiedo un po' della sua famiglia e mi dice che erano tutti di origine italiana, dai bisnonni in giu'. Gli chiedo da dove venivano e mi dice dalla calabria, ma non era sicuro. Gli chiedo di parlare un po' di "Talian" e mi sembra di sentire un vicentino. Mmmmm, i conti non mi tornano. Poi mi dice che suo zio ogni tre parole dice una bestemmia e non ho piu' dubbi: i bisnonni erano sicuramente veneti. Gli ho parlato del veneto, delle sue origini, e ha strabuzzato gli occhi. Immaginatevi, per una vita e' stato convinto di parlare italiano correttamente, forse un po' storpiato dal portoghese e di essere discendente di calabresi, e in 10 minuti scopre che parla dialetto veneto! Abbiamo riso, ma non era proprio rilassatissimo.
Poi ho guardato un po' in internet e ho scoperto che il Talian, lingua parlata in quella parte del brasile, e' proprio una variante del veneto.
Che storia!

giovedì 1 ottobre 2009

Pantanal

Da Pantanal


Il pantanal é una distesa di fango, o una savana, o un acquitrino, o una palude, a seconda delle stagioni. Adesso e' la stagione secca, ci sono poche pozze d'acqua attorno cui si radunano tutti gli animali. Quando sono arrivato a Campo Grande non ero ben sicuro di voler fare tre giorni di trek nella savana. Ne avevo un po' le palle piene di ore ed ore di jeep, di camminare in cerca di animali senza vederne nemmeno uno, di essere in mezzo a turisti continuamente. Le visite ai parchi sono cosi', si vive in una bolla turistica gestita dall'agenzia, non ci sono molte alternative, e non e' la modalita' di viaggio che piu' mi piace!
Col senno di poi sono contento di aver deciso di fare questi tre giorni, perche' ho visto una quantita' indescrividbile di coccodrilli e uccelli di tutti i colori, senza contare quanto mi sono divertito ad andare al galoppo nella prateria sconfinata. Mi hanno dato un cavallo un po' vecchio, pensavo che fosse una chiavica, e invece era un cavallo pazzo! Appena ho mollato un po' il freno e gli ho fatto capire che poteva correre un po' e' partito rapidissimo! E' stata una grandissima figata! e mi sono meritato l'appellativo di Francesco "El Gaucho" dalle guide locali che ci accompagnavano. Cuccatevi il video:



p.s. in risposta a Marco: ho spostato il volo di un paio di mesi, per cui in teoria torno a fine Novembre! Baci!

mercoledì 30 settembre 2009

Campo Grande e i cowboys

Da Manaus ho preso un volo per Campo Grande con scalo a São Paolo. Sono arrivato a São Paolo alle 5 e ho dormito sul mio banco preferito, lo stesso dove avevo dormito aspettando Céline, fin verso le nove. Poi ho spedito un pacco a Paolo, amico che me lo terra' fino al mio ritorno in Europa, per liberarmi di un po' di peso, e sono andato a usare un internet point fuori dall'aereoporto, conoscendo un gruppo di addette della TAM durante il percorso in bus.

Sono poi ripartito per Campo Grande, che si trova nel mato grosso del sud, al centro dell'america latina. Terra di fazendas e di cow boys, non mi e' piaciuta un gran che. Sembrava di essere negli states. Tante stradone, tanti take away di quelli che ci si ferma con la macchina, e due soli bar che fanno musica country. I volti sono molto diversi da quelli che ho incontrato nel nordest. Qui la carnagione bianca prevale, le donne si truccano come in veneto, gli uomini vestono stile country e a dirla tutta sembrava davvero di essere in quel bar di Curtarolo, ve lo ricordate? A chi dice per primo il nome un video premio...

martedì 29 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Manaus

Da Manaus


Manaus mi e' piaciuta moltissimo e non me lo sarei mai aspettato! L'idea che mi ero fatto era che fosse una citta' molto pericolosa e caotica, e lo e', ma non e' solo questo. Una volta era considerata la Parigi dell'America latina, e le tracce di questo glorioso passato si vedono nel bellissimo teatro dell'opera. Sul soffitto e' rappresentata una vista della torre Eiffel dal basso, come la si vede stando sotto. Li seduto in mezzo alla sala, guardando il soffitto, mi e' scesa una lacrima di gioia, pensando a quante belle cose ho vissuto a Parigi e a quanto mi manca e quanto mi mancano gli amici li'.

A Manaus sono stato ospite della famiglia di Ricardo. Delle persone fantastiche. Si sono presi cura di me nonostante la stretta tempistica e la mia voglia di fare mille cose, mi hanno nutrito con pesci buonissimi che la mamma di Ricardo ha cucinato ottimamente e mi hanno fatto conoscere vari luoghi che probabilmente non avrei conosciuto. La loro ospitatalita' genuina mi ha commosso e spero di poter tornare di nuovo a trovarli in futuro. La cosa piu' divertente e' che Vanessa, la sorella di Ricardo, era appena tornata da un mega viaggio in Italia, e commentava che solo a Padova, in tutta Italia, ha trovato un clima caldo e afoso come a Manaus. Per me il vantaggio era che ho potuto dormire sonni tranquilli nella foresta senza troppo preoccuparmi del sudore :)

Nella foresta amazzonica sono andato a fare un trekking, accompagnato da Luiz, una simpatica guida di origine indio. Lo stile della gita era un po' troppo da boyscout per i miei gusti, nel senso che era fatta per gente che non ha mai fatto campeggio e che non e' abituata a camminare molto. E' stato comunque molto bello. In particolare, le due notti passate a dormire in amaca e i due giri nel fiume al buio in cerca di coccodrilli sono state esperienze indimenticabili, benche' un bel po' cariche di adrenalina e di paura. Andare sulla canoa, a luce spenta, con un sacco di rospi, grilli, ragni, serpenti e altri animali che non ho visto, ed e' meglio cosi', e' stato entusiasmante.

L'ultima sera sono andato in compagnia di Luiz, sua morosa, suo fratello e un'altra turista tedesca a ballare forro' a una festa di strada. A Manaus gira voce che ci siano 7 donne per ogni uomo, e che quindi le amazzoni ti saltino addosso con molta facilita'. Non e' stato il caso, ma e' stato comunque molto divertente. Ho ballato con questa ragazza tedesca e dopo due minuti un brasiliano e' arrivato, ci ha separato e ci ha detto: "lasciate che vi trovi due insegnanti". Detto fatto, dopo poco stavo ballando con una brasiliana e lei con un brasiliano, imparando il forro' a ritmo decisamente piu' sostenuto.

Conoscere Luis e' stato interessante anche da un'altro punto di vista. Luis lavora per un'agenzia. Non ha contratto, lavora quando ci sono turisti. Viene pagato circa 12 euro al giorno, indipendentemente da quanti turisti accompagna. Ogni turista paga all'agenzia tra i 50 e i 70 euro al giorno. Tolte le spese per cibo e trasporto, indovinate dove va a finire la differenza... Ho parlato molto con lui di questo, e l'ho quasi convinto a fare una rivoluzione insieme a tutte le guide. E' un'affare delicato pero', perche' tutte le guide hanno bisogno di lavorare, e quindi non possono tirare troppo la cinghia con il padrone dell'agenzia. E' molto ingiusto pero'! Mentre ci divertivamo alla festa del forro', Luiz mi ha detto che si ricordera' sempre di me e dei giorni passati insieme. Spero che ci rivedremo, magari per andare a visitare i luoghi dove e' nato, che sono ben piu' inesplorati e quindi ricchi di animali.

L'ultimo giorno sono andato a vedere l'incontro delle acque del rio Negro e del rio Solimões. E' impressionante vedere i due fiumi che scorrono l'uno a fianco all'altro senza mescolarsi.... L'ultima coincidenza divertente e' stato incontrare in banca una coppia di inglesi che mi han chiesto se per caso andavo in bolivia volevo cambiare dei soldi. Ho riso un sacco, pensando ai casi della vita, e con piacere gli ho comprato un po' di soldi a un cambio vantaggioso per entrambi. Loro stanno girando il mondo in cerca di un posto dove fermarsi a vivere. Lui era direttore in un'azienda di marketing, lei non so. Han mollato tutto, venduto la casa e la macchina e ora hanno un biglietto round the world da sfruttare e l'idea di comprare una terra dove vivere piu' felicemente che a londra. Idea interessante...

Il video riassume soprattutto il trekking nella foresta. Come vedrete, per certi versi sembra di andare a spasso per i colli euganei :)

Riassunto delle puntate precedenti: São Luis e Belem

A São Luis sono riuscito a riparare la macchina. Che figata! Un tecnico competente, 80 euro, e la macchina che funziona come nuova. Peccato che sia durata poco. La notte, viaggiando in pulmann devo aver stretto lo zaino troppo forte (o forse mi ci sono seduto sopra) e ho crepato il display. Che rabbia. Le foto da quel momento in poi saranno un po' decentrate...

A Belem non ho fatto un gran che. Sono stato soprattutto a rimuginare sul da farsi, se andare a Manaus, se partire direttamente per la Bolivia, se prendere un aereo, se prendere una barca. Alla fine non me la sono sentita di passare 3 giorni da solo in barca e ho preso un aereo!

lunedì 28 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: I Lençois Maranhenses

Da Lençois


I Lençois Maranhenses sono probabilmente il piu' bel posto che ho visto in Brasile, paesaggisticamente parlando. Sono un deserto di sabbia poggiato su uno strato di argilla. Il risultato e' che quando piove si formano delle enormi pozze di acqua pura, il cui colore blu intenso contrasta nettamente col giallo della sabbia. Sotto la sabbia poi scorrono veri e propri fiumi sotterranei che alimentano le pozze, e quindi il deserto e' in realta' facile da attraversare.

Insieme a Diana e Noam e una simpatica guida di nome Maciel ne abbiamo percorso un pezzettino a piedi sotto il sole cocente. In realta' non era per niente caldo, complice il vento forte e la possibilita' di fare il bagno dopo ogni duna, ma ci siamo comunque protetti molto bene (ecco il senso del mio mantello). Tra una duna e l'altra ogni tanto si incontrano delle mucche, non si sa bene in attesa di cosa e degli uccelli che indispettiti volano in picchiata nel vano tentativo di spaventarti e spingerti a fare retromarcia (probabilmente il loro nido era ben vicino).

Abbiamo passato le due notti in due villaggetti sperduti sulla costa. La prima sera, a Canto do Atins, sono andato a farmi un giro sulle dune nel buio della notte. A parte una modesta paura di incontrare un serpente e' stata un'esperienza indimenticabile. Una stellata fantastica, un silenzio pazzesco, le dune e le pozze d'acqua che si intravedevano nella notte. La seconda sera, un'esperienza ancora piu' incredibile. Ad Atins sfocia il fiume sfocia nel mare. Non so bene per quale motivo, vicino alla foce, il mare e' ricchissimo di un fitoplancton fosforescente che brilla nell'acqua non appena la si agita un po'. Immaginatevi l'effetto di nuotare, sotto le stelle di un cielo senza luna, circondati da migliaia di altre minuscole stelline nell'acqua. Sembrava una cascata di energia. Tuffarsi, rituffarsi, saltare tra le onde e vedere l'acqua del mare che si illumina e' un'esperienza indimenticabile.

Un'ultima nota colorata sono gli occhi della padrona dell'albergo. Per la prima volta ho incontrato degli occhi che poi avrei imparato a riconoscere perche' tipici di tutta la regione amazzonica. Sono degli occhi di un verde intensissimo e luminoso, a prima vista sembrano un po' allucinati, ma poi ci si abitua. Sono gli occhi degli indios, o di una qualche popolazione amazzonica. Sono degli occhi scintillanti che mi ricordano una canzone di De Gregori... un premio a chi la indovina...

domenica 27 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Tutoia delle sorprese

La barca che attraversava il delta arrivava al porto di Tutoia. I compagni di viaggio, spendaccioni, hanno preso una jeep diretta verso i lençois maranhenses. La mia intenzione era di prendere il bus e fermarmi nel villaggio di Paulino Neves, prima di proseguire. Invece si e' rotta la macchina fotografica. Dopo giri vari sono finito nel negozietto di Veras e ho passato il pomeriggio intero con lui. E' stata la prima bella sorpresa della giornata. Veras ripara cellulari e macchine fotografiche. Insieme abbiamo smontato tutta la macchina. Era piena di sabbia. Pienissima! La colpa e' essenzialmente un brutto tentativo di video che ho fatto a Jericoacoara, tenendola accesa per una buona mezz'ora al vento e alla sabbia mentr il sole del tramonto calava.

Vedere Veras lavorare e' stato molto istruttivo. Tutoia e' un villaggetto, e la gente si arrangia come puo'. In italia mi avrebbero fatto pagare 50 euro solo per vedere cosa aveva la macchina e poi l'avrebbero mandata alla Canon (a Milano suppongo) con ulteriore spesa, finendo per dirmi che ripararla era piu' costoso che comprarne una nuova. Con Veras invece l'abbiamo smontata completamente e ripulita. Peccato che non sia bastato a riparla, ma e' stato molto molto interessante e alla fine l'ho pagato lo stesso per le 5 ore spese a lavorare sulla mia macchina, anche se lui non voleva. Veras e' capoerista, fa capoeria con i bambini, e gli piacerebbe venire in Italia a insegnare capoeira. Se conoscete qualcuno interessato a mettere in piedi uno scambio culturale, fatemi sapere.

Tornando all'ostello, mogio mogio per la macchina rotta, e' arrivata la seconda sorpresa. Nella hall dell'ostello c'erano Diana e Noam, una coppia di israeliani molto simpatici conosciuti durante il trekking nella Valle di Paty. Sono stati la mia salvezza (fotograficamente parlando), e con loro abbiamo condiviso i giorni successivi e la grande camminata nei Lençois.

Alla prossima!

sabato 26 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: il delta del Parnaiba



Da Camocim, sempre in jeep, sono arrivato alla citta' di Parnaiba. Li' sono diventato, mio malgrado e solo per colpa del mio portoghese, il capo di una comitiva di 6 turisti in cerca di una barca che attraversasse il delta del fiume. Il gruppo era parecchio eterogeneo: una coppia di un francese che lavora per BNP a São Paulo con morosa newyorkese di origine giapponese, una coppia di studenti di medicina irlandesi che girano il sud america prima di trasferirsi per un'anno in australia e un brasiliano di Rio in vacanza. Ci siamo fatti fregare dall'ufficio del turismo che ci ha caricato un prezzo assurdo per la barca e le mie doti di leader non sono bastate a convicere il gruppo della fregatura. In compenso, il pomeriggio sono andato al mare ed e' stato molto piacevole. Un capo molto ventoso, con due spiagge. Onde enormi, che quasi facevano paura pure a me che di solito delle onde non ho paura e un'ottima cena a base di pesce. Dormita in albergo smarso e poi partenza in barca. Godetevi il video. Unica nota negativa: sulle dune la mia macchina fotografica ha smesso di funzionare. Ma questa e' un'altra storia....

Da Delta do Parnaiba

venerdì 25 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Camocim

Da Camocin


Dopo aver salutato Tatajuba e i suoi 1000 abitanti, sono partito la mattina con la stessa jeep lungo la spiaggia in direzione del piccolo villaggio di Camocim. Qui mi sono fermato solo il tempo di aspettare la jeep successiva e di dare un'occhiata alla piazza principale. C'e' un aereo, donato dall'aereonautica brasiliana, in omaggio all'aviatore Santos Dumont, considerato da molti il padre dell'aviazione, che nel 1906 volo per ben 60 metri ad un'altezza di 2-3 metri nel campo di Bagatelle, a Parigi...
Eh... Parigi... mi manchi...

Programmation

ciao a tutti,
sto partendo per 3 giorni nel Pantanal, ma non temete, ho programmato una scarrellata di post, uno al giorno per i prossimi giorni. solo non potro' commentare i vostri commenti....
bacioni!

giovedì 24 settembre 2009

Sgomento / ode a un amico che non conoscevo

Con sgomento l'altro giorno ho appreso dell'uccisione di Don Ruggero Ruvoletto, a Manaus, mentre ero in giro nella giungla. Ruggero era un prete di padova, in brasile da un paio di anni. Non lo conoscevo di persona, ma ci eravamo sentiti via mail un paio di volte, ed eravamo d'accordo che mi sarei fatto vivo arrivando a Manaus per andarlo a trovare. Ricordo la sua prima risposta: mi diceva che stava ancora ambientandosi, e mi invitava a trascorrere un paio di giorni con lui per vedere le attivita' e la vita nel quartiere della sua parrocchia. Gli avevo scritto di nuovo il 16 settembre, pochi giorni prima che lo uccidessero per avvisarlo del mio arrivo. Qui trovate alcune testimonianze su di lui.

Prima di partire avrei voluto conciliare un viaggio da turista con un viaggio piu' socialmente impegnato, visitando progetti di sviluppo e missioni. Purtroppo il mio modo di viaggiare e di decidere tutto all'ultimo non si concilia bene con la visita di progetti e associazioni, che han bisogno di tempo per conoscersi e per organizzare la visita, e cosi' solo in alcune occasioni sono riuscito a visitare delle ngo. Questo ha influenzato molto l'idea che mi sono costruito del Brasile, perche' l'ho vissuto essenzialmente come un turista vagabondo.

Notizie come la morte di Ruggero mi riportano a terra, e riaprono gli occhi su tutta quella parte di violenza e di oppressione che passa sotto il radar del turista e che richiede uno sforzo attivo per essere trovata da chi non la vive quotidianamente. Eppure e' onnipresente. E chi tenta di contrastarla, di opporsi con forza, senza tenere la bocca chiusa e senza compromessi, viene spesso messo a tacere per sempre.

Un abbraccio a te, Ruggero, e un grido perche' il tuo sacrificio non rimanga dimenticato nel silenzio, da me, da chi ti ha conosciuto e da tutti quelli poi leggeranno quanto di bene avevi fatto a Manaus.

Riassunto delle puntate precedenti: Tatajuba



Ultimo video per oggi, Tatajuba. Comments welcome!

Sono a Campo Grande, in partenza per tre giorni nella savana del pantanal. Arrivero' in bolivia martedi' mattina. Ora il primo sondaggio: pare che Santa Cruz sia la citta' piu' grande della Bolivia. C'e' chi dice che valga la pena fermarsi, c'e' chi dice di no. Ho un contatto nella vicina cittadina di Samaipata, ottima per escursioni e meta di festa nel weekend. Sono tentato di fermarmi a Santa Cruz un po' e poi andare a Samaipata nel weekend, ma ho paura di perdere troppo tempo e poi non averne per vedere con calma la Paz e il nord. Vorrei essere in Cile verso il 20 di ottobre massimo. Che faccio?

Baci!!!

Riassunto delle puntate percedenti: Jericoacoara



Ecco un altro breve video. Comments welcome!
baci!

Riassunto delle puntate precedenti: Pipa



Eccovi un primo video che ho fatto quando ero a Pipa, vicino a Natal!
Buona visione!

martedì 22 settembre 2009

Una tonnellata di video per voi

Cari amici, Eccomi qui per aggiornarvi un pochino. Lascero' perdere la cronaca dettagliata, delegandola ai 6 video che sono riuscito a fare in questo pomeriggio e che pubblichero' un po' alla volta nei prossimi gg. Vi lascio spazio per guardare i video e poi se avete domande o curiosità vi rispondero'! Mi porto cosi' in pari con i racconti e mi sintonizzo di nuovo con voi, che era la cosa che piu' mi faceva sentire la distanza, perche' i miei racconti erano sempre in ritardo con le avventure vissute.

Il mio viaggio in Brasile volge al termine. Ieri sera ho preso un volo per Campo Grande (adesso sono a São Paolo, aspettando la coincidenza) e da li' proseguiro' via terra verso la Bolivia, per andare poi a concludere il mio pellegrinaggio da mio cugino a Santiago del Cile. In quasi tre mesi ho coperto migliaia di chilometri, marciato per boschi, canion, deserti e giungla, danzato i ritmi piu' vari, fatto il bagno in mari e laghi stupendi e incontrato moltissime persone. Si compie una tappa. Il sogno che tenevo in cuore da moltissimi anni, andare in Brasile, viaggiare tanto, conoscere la cultura e i luoghi, imparare il portoghese, si e' realizzato nel migliore dei modi. Come sempre, quando un sogno si avvera c'e' un misto di sensazioni, dalla gioia e soddisfazione al disorientamento per il vuoto che si crea. Lo spazio delle aspettative viene colmato e nasce il bisogno di nuovi sogni e nuove avventure da inseguire e da percorrere.

Ho deciso che spostero' il biglietto di rientro, che era previsto per il 30 settembre, ma non ho ancora deciso la data, e qui entrano in scena i lettori del blog, cioe' voi! Vorrei lanciare un nuovo gioco, che si chiama "il viaggiatore interattivo", per l'ultima parte di viaggio. In pratica, a partire da questo momento io vi proporro' in anticipo alcune opzioni di percorso che mi si presentano, e lascero' che siate voi a commentare e a proporre la strada migliore o che vi ispira di piu'.

Questa "fantastica" idea mi e' venuta dopo giorni e giorni di pensamenti e ripensamenti su quale fosse la migliore maniera per uscire dal Brasile: per l'amazzonia, per il Pantanal, via terra, via aria, passando per il Peru' o per la Colombia. Mi sono tormentato, come solo io so fare, in cerca di una soluzione tra le mille meravigliose opzioni che mi si presentavano davanti, e poi mi sono detto che poteva essere divertente condividere parte dei pensieri e delle considerazioni con voi. Per cui eccomi qui. Ho preso un volo per Campo Grande, da li' un viaggio di due giorni via terra, tra bus e treno mi portera' a Santa Cruz, in Bolivia. Poi non so. Le opzioni sono andare a nord, verso La Paz, o a sud verso Sucre, o entrambe, sapendo che una tappa obbligata sono le distese di sale di Uyuni e poi scendendo il deserto di Atacama. Nei prossimi post un po' piu' di dettagli sulle opzioni!

Un abbraccio intanto!

News a breve

ciao a tutti,
sono di ritorno da 4 gg nella giungla. Vi aggiorno presto con foto e video.
Bacioni!

lunedì 14 settembre 2009

spiagge e pensieri

Da Jeri


Vedo che la mia richiesta di commenti ha suscitato un po' di
perplessita' o si e' perduta nel silenzio. Non so bene chi stia ancora
leggendo questo blog, a parte i pochi fedelissimi, ma in ogni caso
sono contento di sapere che qualcuno legge e che non e' fatica
sprecata. Per quanto riguarda i commenti, potete anche lanciare delle
discussioni tra lettori, non per forza commentare le cazzate che
scrivo.

Ci eravamo salutati l'ultima volta nella spiaggia di Pipa, un poco a
sud di Natal. Oggi sono a São Luiz do Maranhão, dopo Pipa ho fatto un
sacco di tappe, alcune volute, alcune forzate. Il 5 Settembre sono
partito insieme a Danny in direzione Jericoacoara, sulla spiaggia nord
a 6 ore da Fortaleza, ma non ho beccato la coincidenza, a causa di una ruota bucata all'almba, e mi sono dovuto fermare una notte a Fortaleza. Giusto il tempo di andare al Crocobeach sulla playa do Futuro, il giorno dopo che hanno arrestato un
italiano...

Da Fortaleza a Jeri ho viaggiato in un pullmann di linea super lusso,
non molto diverso dai pulmann soliti per la verita', e sono arrivato a
Jeri il 6. Le foto parlano da sole, ma a Jeri e' iniziata la serie dei
tramonti indimenticabili che mi hanno accompagnato per tutta la
settimana. Jeri e' stata scoperta dai windsurfisti negli anni 80 ed
ora e' una meta classica del turismo nordestino. La' ho fatto un
bellissimo giro a cavallo sulle dune, andando al galoppo per praterie
deserte in vero stile cowboy . Cavallo a parte, ho mangiato del buon
pesce e bevuto abbastanza caipirinha, oltre ad aver incontrato un tipo
neozelandese fuorissimo che lavora a bordo di uno yacht super lusso
(di questo magari vi racconto un'altra volta).

Sono stato due giorni a Jeri, poi, stanco del suo carattere da
villaggio turistico, ho salutato Danny e mi sono spostato sulla vicina
spiaggia di Tatajuba. Li ho dormito nel villaggio, a casa di una
simpatica signora che mi ha affittato una camera ad un prezzo
assurdamente alto per il villaggio, ma e' la sola che ho trovato.
Tatajuba e' isolata. A un'ora di fuoristrada sulla spiaggia dal primo
grosso centro di Camocin, e' un villaggio non ancora toccato dal
turismo. La storia racconta che l'antica Tatajuba, dove vivevano piu'
di 1000 famiglie, fu sepolta da una duna di sabbia negli anni '50 (?)
e la gente si rifugio' dall'altro lato del fiume. Ora le famiglie sono
disperse in quattro villaggetti piu' piccoli, di cui il piu' carino e'
vicino al mare. La parte piu' bella della giornata e' stato
passeggiare tra le case la sera e osservare la vita del villaggio. Qui
non ci sono strade, solo sabbia e capanne e di giorno fa un caldo
pazzesco e tira un vento molto forte. Quando il sole cala, il vento si
calma e il villaggio si anima. I ragazzi vanno a scuola (! ho
assistito a una lezione di fisica :) !), le donne e i bambini si
radunano nella chiesetta di s. francesco a cantare e a pregare, alcuni
ragazzi giocano a biliardo al bar (se cosi' si puo' chiamarlo), e in
generale tutti sono davanti alla tele. Questo non finisce mai di
stupirmi. Anche sperduti in mezzo al niente, ogni casa ha la sua
parabola per guardare le Novelas della sera.

Da Tatajuba mi sono spostato verso ovest, attraverso il delta del rio
Parnaiba, ma di questo vi racconto la prossima volta.

Concludo con un paio di spunti provocatori per i commenti:
1) la poverta': non ci capisco piu' nulla. i villaggi sono poveri, ma
i prezzi variano in maniera assurda. quando ti aspetti che la gente
non ti chieda nulla, perche' non ha nulla, arrivano le richieste piu'
strampalate. ho pagato le stesse cose anche il doppio o il triplo,
senza capirne bene la ragione. A volte ti trattano da turista, a volte sono super onesti, a volte trattano a volte non scendono di un centesimo. Ho sempre piu' l'impressione che il prezzo di una cosa dipenda dalla percezione di ricchezza e poverta' che non dal suo valore.
2) l'amore: dalla notte dei tempi, in ogni villaggio, anche nel piu'
sperduto, la gente si innamora, si ama, si lascia, soffre, gioisce, si
sposa, fa figli, fa festa, balla. e non serve avere un dottorato per capire come si fa. perche' per alcuni di noi l'amore e' una materia cosi' complicata? non deve poi esserlo mi dico...
3) il turismo. A detta di tutti, Tatajuba e' come era Jeri 15 anni fa.
Poi e' arrivato il turismo e si e' snaturata. Pero' gli abitanti di
Tatajuba sperano che il turismo li' cresca come e' successo a Jeri, anche perche' la pesca, tradizionale attivita' del villaggio, non rende piu' a causa dell'impoverimento della fauna ittica per colpa della pesca industriale a strascico.
Che fare? Andare tutti in vacanza a tatajuba per sollevare l'economia locale e godere del paradiso o non dirlo a nessuno per preservare intatto il paradiso?
Baci a tutti!

p.s. per i fan del kitesurf, tatajuba e' un'indirizzo sicuro. guardare per credere!

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