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Da Jeri |
Vedo che la mia richiesta di commenti ha suscitato un po' di
perplessita' o si e' perduta nel silenzio. Non so bene chi stia ancora
leggendo questo blog, a parte i pochi fedelissimi, ma in ogni caso
sono contento di sapere che qualcuno legge e che non e' fatica
sprecata. Per quanto riguarda i commenti, potete anche lanciare delle
discussioni tra lettori, non per forza commentare le cazzate che
scrivo.
Ci eravamo salutati l'ultima volta nella spiaggia di Pipa, un poco a
sud di Natal. Oggi sono a São Luiz do Maranhão, dopo Pipa ho fatto un
sacco di tappe, alcune volute, alcune forzate. Il 5 Settembre sono
partito insieme a Danny in direzione Jericoacoara, sulla spiaggia nord
a 6 ore da Fortaleza, ma non ho beccato la coincidenza, a causa di una ruota bucata all'almba, e mi sono dovuto fermare una notte a Fortaleza. Giusto il tempo di andare al Crocobeach sulla playa do Futuro, il giorno dopo che hanno arrestato un
italiano...
Da Fortaleza a Jeri ho viaggiato in un pullmann di linea super lusso,
non molto diverso dai pulmann soliti per la verita', e sono arrivato a
Jeri il 6. Le foto parlano da sole, ma a Jeri e' iniziata la serie dei
tramonti indimenticabili che mi hanno accompagnato per tutta la
settimana. Jeri e' stata scoperta dai windsurfisti negli anni 80 ed
ora e' una meta classica del turismo nordestino. La' ho fatto un
bellissimo giro a cavallo sulle dune, andando al galoppo per praterie
deserte in vero stile cowboy . Cavallo a parte, ho mangiato del buon
pesce e bevuto abbastanza caipirinha, oltre ad aver incontrato un tipo
neozelandese fuorissimo che lavora a bordo di uno yacht super lusso
(di questo magari vi racconto un'altra volta).
Sono stato due giorni a Jeri, poi, stanco del suo carattere da
villaggio turistico, ho salutato Danny e mi sono spostato sulla vicina
spiaggia di Tatajuba. Li ho dormito nel villaggio, a casa di una
simpatica signora che mi ha affittato una camera ad un prezzo
assurdamente alto per il villaggio, ma e' la sola che ho trovato.
Tatajuba e' isolata. A un'ora di fuoristrada sulla spiaggia dal primo
grosso centro di Camocin, e' un villaggio non ancora toccato dal
turismo. La storia racconta che l'antica Tatajuba, dove vivevano piu'
di 1000 famiglie, fu sepolta da una duna di sabbia negli anni '50 (?)
e la gente si rifugio' dall'altro lato del fiume. Ora le famiglie sono
disperse in quattro villaggetti piu' piccoli, di cui il piu' carino e'
vicino al mare. La parte piu' bella della giornata e' stato
passeggiare tra le case la sera e osservare la vita del villaggio. Qui
non ci sono strade, solo sabbia e capanne e di giorno fa un caldo
pazzesco e tira un vento molto forte. Quando il sole cala, il vento si
calma e il villaggio si anima. I ragazzi vanno a scuola (! ho
assistito a una lezione di fisica :) !), le donne e i bambini si
radunano nella chiesetta di s. francesco a cantare e a pregare, alcuni
ragazzi giocano a biliardo al bar (se cosi' si puo' chiamarlo), e in
generale tutti sono davanti alla tele. Questo non finisce mai di
stupirmi. Anche sperduti in mezzo al niente, ogni casa ha la sua
parabola per guardare le Novelas della sera.
Da Tatajuba mi sono spostato verso ovest, attraverso il delta del rio
Parnaiba, ma di questo vi racconto la prossima volta.
Concludo con un paio di spunti provocatori per i commenti:
1) la poverta': non ci capisco piu' nulla. i villaggi sono poveri, ma
i prezzi variano in maniera assurda. quando ti aspetti che la gente
non ti chieda nulla, perche' non ha nulla, arrivano le richieste piu'
strampalate. ho pagato le stesse cose anche il doppio o il triplo,
senza capirne bene la ragione. A volte ti trattano da turista, a volte sono super onesti, a volte trattano a volte non scendono di un centesimo. Ho sempre piu' l'impressione che il prezzo di una cosa dipenda dalla percezione di ricchezza e poverta' che non dal suo valore.
2) l'amore: dalla notte dei tempi, in ogni villaggio, anche nel piu'
sperduto, la gente si innamora, si ama, si lascia, soffre, gioisce, si
sposa, fa figli, fa festa, balla. e non serve avere un dottorato per capire come si fa. perche' per alcuni di noi l'amore e' una materia cosi' complicata? non deve poi esserlo mi dico...
3) il turismo. A detta di tutti, Tatajuba e' come era Jeri 15 anni fa.
Poi e' arrivato il turismo e si e' snaturata. Pero' gli abitanti di
Tatajuba sperano che il turismo li' cresca come e' successo a Jeri, anche perche' la pesca, tradizionale attivita' del villaggio, non rende piu' a causa dell'impoverimento della fauna ittica per colpa della pesca industriale a strascico.
Che fare? Andare tutti in vacanza a tatajuba per sollevare l'economia locale e godere del paradiso o non dirlo a nessuno per preservare intatto il paradiso?
Baci a tutti!
p.s. per i fan del kitesurf, tatajuba e' un'indirizzo sicuro. guardare per credere!
la mia idea è che è sempre la solita storia: l'uomo cerca il proprio benessere identificato con il soddisfare i propri bisogni con il minimo sforzo possibile e raramente ha la coscienza, se non alla lunga e quando viene messo in pericolo di sopravvivenza, degli effetti disastrosi che ha sull'ambiente che influenza con i suoi comportamenti. L'unico possibile tentativo di soluzione è continuare a fare un lavoro di sensibilizzazione ed appoggiere chi agisce. P.
RispondiEliminaCiao Checco!!!
RispondiEliminaNon commento sempre ma ti tengo d'occhio e seguo il tuo blog... sono davvero felice per te e per il tuo super viaggio. Io nel frattempo ti annuncio che sono di nuovo in partenza (quest'anno è veramente ma veramente scandaloso!). Sempre per lavoro, andrò a Quito in Ecuador, partenza questo venerdì. Sarà da spaccarsi (sto via solo 8 giorni... e sono 14 ore di volo da Madrid, 7 ore di fuso, e Quito è a 2.850m di altezza!) ma sono davvero curiosa...
Un abbraccio grande così
.lucia.
Volevo solo commentare che l'ultimo punto/domanda/dubbio che hai scritto, quando dici "che fare....andare tutti in vacanza....?" etcc.. è la stessa domanda che ci siamo fatti a Cuba con Ciccio se non erro.
RispondiEliminaBisognerebbe chiedere anche a lui.
Ci vediamo frappè, quando passi per Santa Cruz fammi sapere, che ti cerco dei.... contatti ;-)
Un abrazo
J
Quante domande che ci creano sempre mille seghe mentali... e le risposte non sono mai soddisfacenti... Pure io qui in Uganda me ne pongo di simili tutti i giorni, ma le risposte... le risposte non ci soddisfano. Continuiamo a cercare per trovare. troveremo???
RispondiEliminaNoi ti leggiamo sempre anche se non commentiamo
Basi
Matte, Chiara&Greg
Ciao Francesco!
RispondiEliminaSono un amico di Paolo Bizzo, ci siamo incontrati per caso una volta in aereo per Parigi! Mi ha detto del tuo blog ed è da un po' che mi sono appassionato a leggere quello che scrivi!
Quindi quando scrivi non pensare che le tue parole siano gettate al vento!!
Buone avventure!!
nico spiez
Ciao Checcone. Finalmente riprendo la lettura del blog dopo le due settimane frenetiche della Mostra del Cinema e tre giorni di malattia cuasa ascesso dentale mostruso. Ora mi rimtetto in pari. Un abbraccio
RispondiEliminaMarco
io invece girellando su internet ho trovato questo libro http://www.ibs.it/code/9788817015608/gilbert-elizabeth/mangia-prega-ama-una.html e ho pensato che da quando sei in viaggio faccio molto piu' caso a chi prende del tempo per viaggiare.
RispondiEliminae comunque mi sento molto carica nella mia missione di convincere il mio capo a darmi il via libera per l'India a capodanno... ci daremo il cambio, smack
mc (e zack qui che ti saluta)