Non so voi, ma io sono sempre in ritardo.
Non sto parlando del ritardo ad un appuntamento, di solito li' sono puntuale, sto parlando della risposta al cambiamento, della capacita' di capire, interpretare, sentire una situazione e individuare, intuire o decidere il comportamento adatto per rispondere. In questo io sono SEMPRE in ritardo.
Questo viaggio mi espone a un continuo mutamento, a un continuo cambiamento delle premesse di fondo, degli schemi interpretativi, e non e' per niente facile adattarsi a tempo, cogliere al volo i suggerimenti che arrivano dal mio inconscio, dalle emozioni, capire quali sono le direzioni da seguire e quelle da abbandonare. Credo che buona parte del ritardo sia da imputare al mio bisogno di capire, di capire razionalmente. Questo richiede sempre un'analisi, un ragionamento, basato su dati sperimentali, fatti, che necessitano di tempo per essere raccolti. Sia la mia formazione che il mio carattere contribuiscono in questo senso, e il risultato e' buono in certi casi. Viaggio sicuro, non mi faccio rapinare come ogni turista, riesco a coniugare un itinerario flessibile e imprevisto con la tranquillita' di dormire sempre in un buon ostello in compagnia di gente simpatica, in generale corro pochi rischi.
Il lato negativo si manifesta quando ho fatto dei piani di viaggio, a medio termine, e incontro qualcosa che mi spingerebbe a cambiarli. Non sono sempre pronto a cogliere il suggerimento, ad abbandonare l'itinerario e gli accordi presi, con me stesso o con altri viaggiatori, in funzione di nuovi accordi. Sono un bravo negoziatore, ma un pessimo ri-negoziatore. In un altro contesto questo significa che sono un amico fidato, un uomo che mantiene la parola data, ma qui, in un contesto cosi' diverso dall'ordinario, questa rigidita' si sta mostrando piu' controproducente che altro.
Ho in mente almeno tre occasioni in cui ho sentito di voler cambiare progetti, di voler cambiare piani di viaggio e non l'ho fatto perche' avevo gia' pianificato qualcosa o preso accordi con qualcuno. Un esempio e' capodanno. Avevo preso accordi con un gruppo di argentine incontrate a Bogota' per ritrovarci a Cartagena e passare il capodanno insieme. Tra Bogota' e Cartagena sono stato a Cali e Medellin, e una volta arrivato li' avrei voluto fermarmi di piu' e passarci il capodanno. La parola data alle argentine e la paura di passare il capodanno da solo mi hanno spinto a mantenere i piani come li avevo previsti. Questo si e' rivelato controproducente, perche' a Cartagena mi sono trovato in compagnia di gente con cui non avevo piu' voglia di stare, e pensando che avrei fatto meglio a cambiare i miei piani. Questo esempio e' un piccolo inconveniente, ma ci sono stati altri episodi, ben piu' importanti, in cui il ritardo tra le emozioni/intuizioni e le decisioni e' stato molto piu' controproducente!
Il mio obiettivo per il 2010 sara' imparare a seguire di piu' l'istinto e rischiare di piu'...
p.s. sono tornato in Cile dalla Colombia, tutto ok a parte lo zaino che e' sempre smarrito