martedì 30 giugno 2009

Italia mia, cosa ti e' successo?

Inauguro cosi' il mio primo blog.
Torno nuovamente in Italia, da Parigi. Viaggio in treno, di notte, come sempre, come ogni due tre mesi, da quattro anni a questa parte. Vita sui binari, zaino in spalla, e meno dieci giorni al grande salto verso il Brasile.
Gia' dall'inizio il viaggio si preannuncia diverso dal solito. Mi accoglie un signore veneto sulla porta, e, non troppo gentilmente, mi dice che non c'e' posto nello scompartimento. Insisto che ho il posto prenotato, e lui si arrende all'idea che staremo in sei in uno scompartimento da sei. Il suo commento: "beh, per fortuna lei e' italiano". Rimango sbigottito. Rispondo: "e se ero straniero, scusi?", "no nulla" fa lui "e' solo che all'andata abbiamo avuto un viaggio un po' movimentato". Rimango interdetto, ma scelgo il profilo basso e non rispondo. In testa ritornano le immagini, viste e riviste, di famiglie straniere fatte scendere in malomodo alla frontiera con la svizzera, complice il tacito accordo tra la polizia e le ferrovie, che non avvertono gli stranieri con permesso di soggiorno che il treno passa per la svizzera e che il loro documento non e' valido. E' un modo come un'altro per controllare un po' chi attraversa le frontiere di questa nostra Europa unita.
Arrivo a Milano, cerco una doccia, dei bagni pubblici. A Parigi ce ne sono ovunque, immagino che nella nuova e moderna Milano Centrale FS ci siano ben delle docce a pagamento. Mi sbaglio!
L'addetto alle pulizie delle docce a domanda risponde: "la doccia se la fa a casa sua!", "e se non abito a milano?" rispondo io, lui nemmeno mi sente.
Italia mia, che ti e' successo? Terra da sempre crocevia, hai accolto tante culture che hanno influenzato e arricchito la tua e oggi ti sento impaurita, tesa e aggressiva.
Treno da milano a padova, dormo per la maggior parte del viaggio, ma mi sveglio con una tripletta di insulti tra perfetti sconosciuti, che con fredda distanza si insultano gentilmente. Rimango nuovamente interdetto. Non ci ricordavo cosi' aggressivi. Inizio a parlare con il tizio in fronte a me, comunicandogli il mio disagio di fronte a quest'aggressivita' per me cosi' nuova. Subito il discorso scivola sugli stranieri. Apparentemente, secondo il mio interlocutore, e secondo l'altro signore che prontamente si inserisce nella conversazione, sono gli stranieri la causa di questo imbarbarimento. E' per colpa loro, delle loro rapine in villa, dei loro massacri di vecchiette, che gli italiani oggi sono cosi' duri e aggressivi.
Sono quasi divertito, benche' sconvolto, nel sentirmi riproporre esattamente le stesse argomentazioni sentite un mese prima in altro contesto. Piu' o meno sono queste: quelli che arrivano qui sono quelli che non han voglia di lavorare nel loro paese, nel loro paese non si proverebbero mai a fare quello che fanno qui perche' li' si' che c'e' la certezza della pena (sto per scoppiare a ridere), a un mio amico l'hanno arrestato in turchia per una canna e l'hanno malmenato in carcere (e allora viva la Turchia, penso io). Una volta, hanno persino tentato di convincermi che l'arrivo di immigrati in Italia era un complotto della sinistra, che cosi' aumentava il suo bacino elettorale. Si', penso io, in effetti questi dirigenti della sinistra sono cosi' in gamba da saper organizzare un complotto di scala planetaria per racimolare qualche migliaio di voti....ù
Per fortuna i tizi devono scendere, e io rimango seduto, con di fronte un ragazzo senegalese e a fianco una ragazza brasiliana, accompagnata da madre e figlio. Poco piu' in la' un ragazzo indiano. Si inizia a chiacchierare. Appena madre e figlia sanno che sto partendo per il brasile si illuminano. Mi danno molti consigli, sono felici che vada a visitare il loro bellissimo paese, mi chiedono il numero di telefono, poco ci manca che mi invitino a stare da loro.
Sono sempre piu' colpito, ma stavolta in positivo. Penso alla ricchezza che si nasconde e che ci attende ad ogni nuovo incontro, e mi emoziono ancora di piu' in vista dell'imminente partenza.
Cara Italia, lasciati arricchire da questi stranieri, non aver paura!
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