mercoledì 30 settembre 2009

Campo Grande e i cowboys

Da Manaus ho preso un volo per Campo Grande con scalo a São Paolo. Sono arrivato a São Paolo alle 5 e ho dormito sul mio banco preferito, lo stesso dove avevo dormito aspettando Céline, fin verso le nove. Poi ho spedito un pacco a Paolo, amico che me lo terra' fino al mio ritorno in Europa, per liberarmi di un po' di peso, e sono andato a usare un internet point fuori dall'aereoporto, conoscendo un gruppo di addette della TAM durante il percorso in bus.

Sono poi ripartito per Campo Grande, che si trova nel mato grosso del sud, al centro dell'america latina. Terra di fazendas e di cow boys, non mi e' piaciuta un gran che. Sembrava di essere negli states. Tante stradone, tanti take away di quelli che ci si ferma con la macchina, e due soli bar che fanno musica country. I volti sono molto diversi da quelli che ho incontrato nel nordest. Qui la carnagione bianca prevale, le donne si truccano come in veneto, gli uomini vestono stile country e a dirla tutta sembrava davvero di essere in quel bar di Curtarolo, ve lo ricordate? A chi dice per primo il nome un video premio...

martedì 29 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Manaus

Da Manaus


Manaus mi e' piaciuta moltissimo e non me lo sarei mai aspettato! L'idea che mi ero fatto era che fosse una citta' molto pericolosa e caotica, e lo e', ma non e' solo questo. Una volta era considerata la Parigi dell'America latina, e le tracce di questo glorioso passato si vedono nel bellissimo teatro dell'opera. Sul soffitto e' rappresentata una vista della torre Eiffel dal basso, come la si vede stando sotto. Li seduto in mezzo alla sala, guardando il soffitto, mi e' scesa una lacrima di gioia, pensando a quante belle cose ho vissuto a Parigi e a quanto mi manca e quanto mi mancano gli amici li'.

A Manaus sono stato ospite della famiglia di Ricardo. Delle persone fantastiche. Si sono presi cura di me nonostante la stretta tempistica e la mia voglia di fare mille cose, mi hanno nutrito con pesci buonissimi che la mamma di Ricardo ha cucinato ottimamente e mi hanno fatto conoscere vari luoghi che probabilmente non avrei conosciuto. La loro ospitatalita' genuina mi ha commosso e spero di poter tornare di nuovo a trovarli in futuro. La cosa piu' divertente e' che Vanessa, la sorella di Ricardo, era appena tornata da un mega viaggio in Italia, e commentava che solo a Padova, in tutta Italia, ha trovato un clima caldo e afoso come a Manaus. Per me il vantaggio era che ho potuto dormire sonni tranquilli nella foresta senza troppo preoccuparmi del sudore :)

Nella foresta amazzonica sono andato a fare un trekking, accompagnato da Luiz, una simpatica guida di origine indio. Lo stile della gita era un po' troppo da boyscout per i miei gusti, nel senso che era fatta per gente che non ha mai fatto campeggio e che non e' abituata a camminare molto. E' stato comunque molto bello. In particolare, le due notti passate a dormire in amaca e i due giri nel fiume al buio in cerca di coccodrilli sono state esperienze indimenticabili, benche' un bel po' cariche di adrenalina e di paura. Andare sulla canoa, a luce spenta, con un sacco di rospi, grilli, ragni, serpenti e altri animali che non ho visto, ed e' meglio cosi', e' stato entusiasmante.

L'ultima sera sono andato in compagnia di Luiz, sua morosa, suo fratello e un'altra turista tedesca a ballare forro' a una festa di strada. A Manaus gira voce che ci siano 7 donne per ogni uomo, e che quindi le amazzoni ti saltino addosso con molta facilita'. Non e' stato il caso, ma e' stato comunque molto divertente. Ho ballato con questa ragazza tedesca e dopo due minuti un brasiliano e' arrivato, ci ha separato e ci ha detto: "lasciate che vi trovi due insegnanti". Detto fatto, dopo poco stavo ballando con una brasiliana e lei con un brasiliano, imparando il forro' a ritmo decisamente piu' sostenuto.

Conoscere Luis e' stato interessante anche da un'altro punto di vista. Luis lavora per un'agenzia. Non ha contratto, lavora quando ci sono turisti. Viene pagato circa 12 euro al giorno, indipendentemente da quanti turisti accompagna. Ogni turista paga all'agenzia tra i 50 e i 70 euro al giorno. Tolte le spese per cibo e trasporto, indovinate dove va a finire la differenza... Ho parlato molto con lui di questo, e l'ho quasi convinto a fare una rivoluzione insieme a tutte le guide. E' un'affare delicato pero', perche' tutte le guide hanno bisogno di lavorare, e quindi non possono tirare troppo la cinghia con il padrone dell'agenzia. E' molto ingiusto pero'! Mentre ci divertivamo alla festa del forro', Luiz mi ha detto che si ricordera' sempre di me e dei giorni passati insieme. Spero che ci rivedremo, magari per andare a visitare i luoghi dove e' nato, che sono ben piu' inesplorati e quindi ricchi di animali.

L'ultimo giorno sono andato a vedere l'incontro delle acque del rio Negro e del rio Solimões. E' impressionante vedere i due fiumi che scorrono l'uno a fianco all'altro senza mescolarsi.... L'ultima coincidenza divertente e' stato incontrare in banca una coppia di inglesi che mi han chiesto se per caso andavo in bolivia volevo cambiare dei soldi. Ho riso un sacco, pensando ai casi della vita, e con piacere gli ho comprato un po' di soldi a un cambio vantaggioso per entrambi. Loro stanno girando il mondo in cerca di un posto dove fermarsi a vivere. Lui era direttore in un'azienda di marketing, lei non so. Han mollato tutto, venduto la casa e la macchina e ora hanno un biglietto round the world da sfruttare e l'idea di comprare una terra dove vivere piu' felicemente che a londra. Idea interessante...

Il video riassume soprattutto il trekking nella foresta. Come vedrete, per certi versi sembra di andare a spasso per i colli euganei :)

Riassunto delle puntate precedenti: São Luis e Belem

A São Luis sono riuscito a riparare la macchina. Che figata! Un tecnico competente, 80 euro, e la macchina che funziona come nuova. Peccato che sia durata poco. La notte, viaggiando in pulmann devo aver stretto lo zaino troppo forte (o forse mi ci sono seduto sopra) e ho crepato il display. Che rabbia. Le foto da quel momento in poi saranno un po' decentrate...

A Belem non ho fatto un gran che. Sono stato soprattutto a rimuginare sul da farsi, se andare a Manaus, se partire direttamente per la Bolivia, se prendere un aereo, se prendere una barca. Alla fine non me la sono sentita di passare 3 giorni da solo in barca e ho preso un aereo!

lunedì 28 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: I Lençois Maranhenses

Da Lençois


I Lençois Maranhenses sono probabilmente il piu' bel posto che ho visto in Brasile, paesaggisticamente parlando. Sono un deserto di sabbia poggiato su uno strato di argilla. Il risultato e' che quando piove si formano delle enormi pozze di acqua pura, il cui colore blu intenso contrasta nettamente col giallo della sabbia. Sotto la sabbia poi scorrono veri e propri fiumi sotterranei che alimentano le pozze, e quindi il deserto e' in realta' facile da attraversare.

Insieme a Diana e Noam e una simpatica guida di nome Maciel ne abbiamo percorso un pezzettino a piedi sotto il sole cocente. In realta' non era per niente caldo, complice il vento forte e la possibilita' di fare il bagno dopo ogni duna, ma ci siamo comunque protetti molto bene (ecco il senso del mio mantello). Tra una duna e l'altra ogni tanto si incontrano delle mucche, non si sa bene in attesa di cosa e degli uccelli che indispettiti volano in picchiata nel vano tentativo di spaventarti e spingerti a fare retromarcia (probabilmente il loro nido era ben vicino).

Abbiamo passato le due notti in due villaggetti sperduti sulla costa. La prima sera, a Canto do Atins, sono andato a farmi un giro sulle dune nel buio della notte. A parte una modesta paura di incontrare un serpente e' stata un'esperienza indimenticabile. Una stellata fantastica, un silenzio pazzesco, le dune e le pozze d'acqua che si intravedevano nella notte. La seconda sera, un'esperienza ancora piu' incredibile. Ad Atins sfocia il fiume sfocia nel mare. Non so bene per quale motivo, vicino alla foce, il mare e' ricchissimo di un fitoplancton fosforescente che brilla nell'acqua non appena la si agita un po'. Immaginatevi l'effetto di nuotare, sotto le stelle di un cielo senza luna, circondati da migliaia di altre minuscole stelline nell'acqua. Sembrava una cascata di energia. Tuffarsi, rituffarsi, saltare tra le onde e vedere l'acqua del mare che si illumina e' un'esperienza indimenticabile.

Un'ultima nota colorata sono gli occhi della padrona dell'albergo. Per la prima volta ho incontrato degli occhi che poi avrei imparato a riconoscere perche' tipici di tutta la regione amazzonica. Sono degli occhi di un verde intensissimo e luminoso, a prima vista sembrano un po' allucinati, ma poi ci si abitua. Sono gli occhi degli indios, o di una qualche popolazione amazzonica. Sono degli occhi scintillanti che mi ricordano una canzone di De Gregori... un premio a chi la indovina...

domenica 27 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Tutoia delle sorprese

La barca che attraversava il delta arrivava al porto di Tutoia. I compagni di viaggio, spendaccioni, hanno preso una jeep diretta verso i lençois maranhenses. La mia intenzione era di prendere il bus e fermarmi nel villaggio di Paulino Neves, prima di proseguire. Invece si e' rotta la macchina fotografica. Dopo giri vari sono finito nel negozietto di Veras e ho passato il pomeriggio intero con lui. E' stata la prima bella sorpresa della giornata. Veras ripara cellulari e macchine fotografiche. Insieme abbiamo smontato tutta la macchina. Era piena di sabbia. Pienissima! La colpa e' essenzialmente un brutto tentativo di video che ho fatto a Jericoacoara, tenendola accesa per una buona mezz'ora al vento e alla sabbia mentr il sole del tramonto calava.

Vedere Veras lavorare e' stato molto istruttivo. Tutoia e' un villaggetto, e la gente si arrangia come puo'. In italia mi avrebbero fatto pagare 50 euro solo per vedere cosa aveva la macchina e poi l'avrebbero mandata alla Canon (a Milano suppongo) con ulteriore spesa, finendo per dirmi che ripararla era piu' costoso che comprarne una nuova. Con Veras invece l'abbiamo smontata completamente e ripulita. Peccato che non sia bastato a riparla, ma e' stato molto molto interessante e alla fine l'ho pagato lo stesso per le 5 ore spese a lavorare sulla mia macchina, anche se lui non voleva. Veras e' capoerista, fa capoeria con i bambini, e gli piacerebbe venire in Italia a insegnare capoeira. Se conoscete qualcuno interessato a mettere in piedi uno scambio culturale, fatemi sapere.

Tornando all'ostello, mogio mogio per la macchina rotta, e' arrivata la seconda sorpresa. Nella hall dell'ostello c'erano Diana e Noam, una coppia di israeliani molto simpatici conosciuti durante il trekking nella Valle di Paty. Sono stati la mia salvezza (fotograficamente parlando), e con loro abbiamo condiviso i giorni successivi e la grande camminata nei Lençois.

Alla prossima!

sabato 26 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: il delta del Parnaiba



Da Camocim, sempre in jeep, sono arrivato alla citta' di Parnaiba. Li' sono diventato, mio malgrado e solo per colpa del mio portoghese, il capo di una comitiva di 6 turisti in cerca di una barca che attraversasse il delta del fiume. Il gruppo era parecchio eterogeneo: una coppia di un francese che lavora per BNP a São Paulo con morosa newyorkese di origine giapponese, una coppia di studenti di medicina irlandesi che girano il sud america prima di trasferirsi per un'anno in australia e un brasiliano di Rio in vacanza. Ci siamo fatti fregare dall'ufficio del turismo che ci ha caricato un prezzo assurdo per la barca e le mie doti di leader non sono bastate a convicere il gruppo della fregatura. In compenso, il pomeriggio sono andato al mare ed e' stato molto piacevole. Un capo molto ventoso, con due spiagge. Onde enormi, che quasi facevano paura pure a me che di solito delle onde non ho paura e un'ottima cena a base di pesce. Dormita in albergo smarso e poi partenza in barca. Godetevi il video. Unica nota negativa: sulle dune la mia macchina fotografica ha smesso di funzionare. Ma questa e' un'altra storia....

Da Delta do Parnaiba

venerdì 25 settembre 2009

Riassunto delle puntate precedenti: Camocim

Da Camocin


Dopo aver salutato Tatajuba e i suoi 1000 abitanti, sono partito la mattina con la stessa jeep lungo la spiaggia in direzione del piccolo villaggio di Camocim. Qui mi sono fermato solo il tempo di aspettare la jeep successiva e di dare un'occhiata alla piazza principale. C'e' un aereo, donato dall'aereonautica brasiliana, in omaggio all'aviatore Santos Dumont, considerato da molti il padre dell'aviazione, che nel 1906 volo per ben 60 metri ad un'altezza di 2-3 metri nel campo di Bagatelle, a Parigi...
Eh... Parigi... mi manchi...

Programmation

ciao a tutti,
sto partendo per 3 giorni nel Pantanal, ma non temete, ho programmato una scarrellata di post, uno al giorno per i prossimi giorni. solo non potro' commentare i vostri commenti....
bacioni!

giovedì 24 settembre 2009

Sgomento / ode a un amico che non conoscevo

Con sgomento l'altro giorno ho appreso dell'uccisione di Don Ruggero Ruvoletto, a Manaus, mentre ero in giro nella giungla. Ruggero era un prete di padova, in brasile da un paio di anni. Non lo conoscevo di persona, ma ci eravamo sentiti via mail un paio di volte, ed eravamo d'accordo che mi sarei fatto vivo arrivando a Manaus per andarlo a trovare. Ricordo la sua prima risposta: mi diceva che stava ancora ambientandosi, e mi invitava a trascorrere un paio di giorni con lui per vedere le attivita' e la vita nel quartiere della sua parrocchia. Gli avevo scritto di nuovo il 16 settembre, pochi giorni prima che lo uccidessero per avvisarlo del mio arrivo. Qui trovate alcune testimonianze su di lui.

Prima di partire avrei voluto conciliare un viaggio da turista con un viaggio piu' socialmente impegnato, visitando progetti di sviluppo e missioni. Purtroppo il mio modo di viaggiare e di decidere tutto all'ultimo non si concilia bene con la visita di progetti e associazioni, che han bisogno di tempo per conoscersi e per organizzare la visita, e cosi' solo in alcune occasioni sono riuscito a visitare delle ngo. Questo ha influenzato molto l'idea che mi sono costruito del Brasile, perche' l'ho vissuto essenzialmente come un turista vagabondo.

Notizie come la morte di Ruggero mi riportano a terra, e riaprono gli occhi su tutta quella parte di violenza e di oppressione che passa sotto il radar del turista e che richiede uno sforzo attivo per essere trovata da chi non la vive quotidianamente. Eppure e' onnipresente. E chi tenta di contrastarla, di opporsi con forza, senza tenere la bocca chiusa e senza compromessi, viene spesso messo a tacere per sempre.

Un abbraccio a te, Ruggero, e un grido perche' il tuo sacrificio non rimanga dimenticato nel silenzio, da me, da chi ti ha conosciuto e da tutti quelli poi leggeranno quanto di bene avevi fatto a Manaus.

Riassunto delle puntate precedenti: Tatajuba



Ultimo video per oggi, Tatajuba. Comments welcome!

Sono a Campo Grande, in partenza per tre giorni nella savana del pantanal. Arrivero' in bolivia martedi' mattina. Ora il primo sondaggio: pare che Santa Cruz sia la citta' piu' grande della Bolivia. C'e' chi dice che valga la pena fermarsi, c'e' chi dice di no. Ho un contatto nella vicina cittadina di Samaipata, ottima per escursioni e meta di festa nel weekend. Sono tentato di fermarmi a Santa Cruz un po' e poi andare a Samaipata nel weekend, ma ho paura di perdere troppo tempo e poi non averne per vedere con calma la Paz e il nord. Vorrei essere in Cile verso il 20 di ottobre massimo. Che faccio?

Baci!!!

Riassunto delle puntate percedenti: Jericoacoara



Ecco un altro breve video. Comments welcome!
baci!

Riassunto delle puntate precedenti: Pipa



Eccovi un primo video che ho fatto quando ero a Pipa, vicino a Natal!
Buona visione!

martedì 22 settembre 2009

Una tonnellata di video per voi

Cari amici, Eccomi qui per aggiornarvi un pochino. Lascero' perdere la cronaca dettagliata, delegandola ai 6 video che sono riuscito a fare in questo pomeriggio e che pubblichero' un po' alla volta nei prossimi gg. Vi lascio spazio per guardare i video e poi se avete domande o curiosità vi rispondero'! Mi porto cosi' in pari con i racconti e mi sintonizzo di nuovo con voi, che era la cosa che piu' mi faceva sentire la distanza, perche' i miei racconti erano sempre in ritardo con le avventure vissute.

Il mio viaggio in Brasile volge al termine. Ieri sera ho preso un volo per Campo Grande (adesso sono a São Paolo, aspettando la coincidenza) e da li' proseguiro' via terra verso la Bolivia, per andare poi a concludere il mio pellegrinaggio da mio cugino a Santiago del Cile. In quasi tre mesi ho coperto migliaia di chilometri, marciato per boschi, canion, deserti e giungla, danzato i ritmi piu' vari, fatto il bagno in mari e laghi stupendi e incontrato moltissime persone. Si compie una tappa. Il sogno che tenevo in cuore da moltissimi anni, andare in Brasile, viaggiare tanto, conoscere la cultura e i luoghi, imparare il portoghese, si e' realizzato nel migliore dei modi. Come sempre, quando un sogno si avvera c'e' un misto di sensazioni, dalla gioia e soddisfazione al disorientamento per il vuoto che si crea. Lo spazio delle aspettative viene colmato e nasce il bisogno di nuovi sogni e nuove avventure da inseguire e da percorrere.

Ho deciso che spostero' il biglietto di rientro, che era previsto per il 30 settembre, ma non ho ancora deciso la data, e qui entrano in scena i lettori del blog, cioe' voi! Vorrei lanciare un nuovo gioco, che si chiama "il viaggiatore interattivo", per l'ultima parte di viaggio. In pratica, a partire da questo momento io vi proporro' in anticipo alcune opzioni di percorso che mi si presentano, e lascero' che siate voi a commentare e a proporre la strada migliore o che vi ispira di piu'.

Questa "fantastica" idea mi e' venuta dopo giorni e giorni di pensamenti e ripensamenti su quale fosse la migliore maniera per uscire dal Brasile: per l'amazzonia, per il Pantanal, via terra, via aria, passando per il Peru' o per la Colombia. Mi sono tormentato, come solo io so fare, in cerca di una soluzione tra le mille meravigliose opzioni che mi si presentavano davanti, e poi mi sono detto che poteva essere divertente condividere parte dei pensieri e delle considerazioni con voi. Per cui eccomi qui. Ho preso un volo per Campo Grande, da li' un viaggio di due giorni via terra, tra bus e treno mi portera' a Santa Cruz, in Bolivia. Poi non so. Le opzioni sono andare a nord, verso La Paz, o a sud verso Sucre, o entrambe, sapendo che una tappa obbligata sono le distese di sale di Uyuni e poi scendendo il deserto di Atacama. Nei prossimi post un po' piu' di dettagli sulle opzioni!

Un abbraccio intanto!

News a breve

ciao a tutti,
sono di ritorno da 4 gg nella giungla. Vi aggiorno presto con foto e video.
Bacioni!

lunedì 14 settembre 2009

spiagge e pensieri

Da Jeri


Vedo che la mia richiesta di commenti ha suscitato un po' di
perplessita' o si e' perduta nel silenzio. Non so bene chi stia ancora
leggendo questo blog, a parte i pochi fedelissimi, ma in ogni caso
sono contento di sapere che qualcuno legge e che non e' fatica
sprecata. Per quanto riguarda i commenti, potete anche lanciare delle
discussioni tra lettori, non per forza commentare le cazzate che
scrivo.

Ci eravamo salutati l'ultima volta nella spiaggia di Pipa, un poco a
sud di Natal. Oggi sono a São Luiz do Maranhão, dopo Pipa ho fatto un
sacco di tappe, alcune volute, alcune forzate. Il 5 Settembre sono
partito insieme a Danny in direzione Jericoacoara, sulla spiaggia nord
a 6 ore da Fortaleza, ma non ho beccato la coincidenza, a causa di una ruota bucata all'almba, e mi sono dovuto fermare una notte a Fortaleza. Giusto il tempo di andare al Crocobeach sulla playa do Futuro, il giorno dopo che hanno arrestato un
italiano...

Da Fortaleza a Jeri ho viaggiato in un pullmann di linea super lusso,
non molto diverso dai pulmann soliti per la verita', e sono arrivato a
Jeri il 6. Le foto parlano da sole, ma a Jeri e' iniziata la serie dei
tramonti indimenticabili che mi hanno accompagnato per tutta la
settimana. Jeri e' stata scoperta dai windsurfisti negli anni 80 ed
ora e' una meta classica del turismo nordestino. La' ho fatto un
bellissimo giro a cavallo sulle dune, andando al galoppo per praterie
deserte in vero stile cowboy . Cavallo a parte, ho mangiato del buon
pesce e bevuto abbastanza caipirinha, oltre ad aver incontrato un tipo
neozelandese fuorissimo che lavora a bordo di uno yacht super lusso
(di questo magari vi racconto un'altra volta).

Sono stato due giorni a Jeri, poi, stanco del suo carattere da
villaggio turistico, ho salutato Danny e mi sono spostato sulla vicina
spiaggia di Tatajuba. Li ho dormito nel villaggio, a casa di una
simpatica signora che mi ha affittato una camera ad un prezzo
assurdamente alto per il villaggio, ma e' la sola che ho trovato.
Tatajuba e' isolata. A un'ora di fuoristrada sulla spiaggia dal primo
grosso centro di Camocin, e' un villaggio non ancora toccato dal
turismo. La storia racconta che l'antica Tatajuba, dove vivevano piu'
di 1000 famiglie, fu sepolta da una duna di sabbia negli anni '50 (?)
e la gente si rifugio' dall'altro lato del fiume. Ora le famiglie sono
disperse in quattro villaggetti piu' piccoli, di cui il piu' carino e'
vicino al mare. La parte piu' bella della giornata e' stato
passeggiare tra le case la sera e osservare la vita del villaggio. Qui
non ci sono strade, solo sabbia e capanne e di giorno fa un caldo
pazzesco e tira un vento molto forte. Quando il sole cala, il vento si
calma e il villaggio si anima. I ragazzi vanno a scuola (! ho
assistito a una lezione di fisica :) !), le donne e i bambini si
radunano nella chiesetta di s. francesco a cantare e a pregare, alcuni
ragazzi giocano a biliardo al bar (se cosi' si puo' chiamarlo), e in
generale tutti sono davanti alla tele. Questo non finisce mai di
stupirmi. Anche sperduti in mezzo al niente, ogni casa ha la sua
parabola per guardare le Novelas della sera.

Da Tatajuba mi sono spostato verso ovest, attraverso il delta del rio
Parnaiba, ma di questo vi racconto la prossima volta.

Concludo con un paio di spunti provocatori per i commenti:
1) la poverta': non ci capisco piu' nulla. i villaggi sono poveri, ma
i prezzi variano in maniera assurda. quando ti aspetti che la gente
non ti chieda nulla, perche' non ha nulla, arrivano le richieste piu'
strampalate. ho pagato le stesse cose anche il doppio o il triplo,
senza capirne bene la ragione. A volte ti trattano da turista, a volte sono super onesti, a volte trattano a volte non scendono di un centesimo. Ho sempre piu' l'impressione che il prezzo di una cosa dipenda dalla percezione di ricchezza e poverta' che non dal suo valore.
2) l'amore: dalla notte dei tempi, in ogni villaggio, anche nel piu'
sperduto, la gente si innamora, si ama, si lascia, soffre, gioisce, si
sposa, fa figli, fa festa, balla. e non serve avere un dottorato per capire come si fa. perche' per alcuni di noi l'amore e' una materia cosi' complicata? non deve poi esserlo mi dico...
3) il turismo. A detta di tutti, Tatajuba e' come era Jeri 15 anni fa.
Poi e' arrivato il turismo e si e' snaturata. Pero' gli abitanti di
Tatajuba sperano che il turismo li' cresca come e' successo a Jeri, anche perche' la pesca, tradizionale attivita' del villaggio, non rende piu' a causa dell'impoverimento della fauna ittica per colpa della pesca industriale a strascico.
Che fare? Andare tutti in vacanza a tatajuba per sollevare l'economia locale e godere del paradiso o non dirlo a nessuno per preservare intatto il paradiso?
Baci a tutti!

p.s. per i fan del kitesurf, tatajuba e' un'indirizzo sicuro. guardare per credere!

venerdì 11 settembre 2009

Pipa

Pipa


La praia da Pipa e' vicino a Natal ed e' un paradiso. Ero alloggiato
in un ostello senza pareti, tipo una palafitta di legno, spazioso e
aerato. Ho nuotato in mezzo ai delfini e incominciato a fare surf. La
sera il villaggio e' animato, benche' turistico. Nel viaggio di andata ho incontrato un simpatico inglese di nome Danny, e abbiamo viaggiato insieme per una settimana, fino a Jericoacoara (prossimamente su questi schermi).

Vi abbraccio tutti!

p.s. commentate gente, commentate....

Olinda

Olinda


Ho deciso di fare un paio di post rapidi per recuperare il ritardo accumulato.
Olinda e' una citta' molto carina, vicino a Recife. Protetta
dall'Unesco, e' un gioiellino pieno di chiese barocche, sopra una
collina. Vi lascio guardare le foto. Mi ha colpito molto un quadro
dell'ultima cena che ho visto nella chiesetta di S. Francisco de
Assis. Avete presente il Codice da Vinci? Qui non e' leonardo che
dipinge, ma ditemi voi se quel discepolo con la testa appoggiata a
Gesu' non sembra una donna...

A recife invece ho girato per il mercato, e mi sono comprato una fantastica zanzariera, che sto usando assiduamente..

Un abbraccio a tutti!

p.s. commentate gente, commentate, che almeno so che qualcuno legge!

mercoledì 9 settembre 2009

Bigliettini in un bagno di Salvador

Ciao a tutti,
sto bene, sono nello stato del Piaui, perso in mezzo al nulla (ma sempre nel villaggio globale. Oggi un post molto breve, con alcune foto dei bigliettini appesi nel bagno dell'ostello che mi e' piaciuto molto a Salvador.
Baci!

Bigliettini

lunedì 7 settembre 2009

Salvador

Cari amici,
sono un po' in arretrato con il blog, visto che l'ultimo flashback riguarda la Chapada Diamantina e nel frattempo sono stato a Salvador, Olinda, Pipa, Fortaleza e Jeri. Vorrei raccontarvi di ognuno di questi posti in dettaglio, ma qui la connessione a internet fa cagare e costa parecchio, per cui non so bene cosa riusciro' a fare.

Salvador mi e' piaciuta meno di Rio. Il centro storico, il Pelorigno, e' molto carino, pieno di negozietti d'arte, pittori per strada e feste la sera, ma e' comunque un quartiere molto povero, e se non fosse per la polizia, presente ad ogni angolo, sarebbe anche molto violento. Salvador e' pure molto violenta. Mi sono trovato a passeggiare appena fuori dal centro in una stradina, e un po' di paura l'ho avuta.

Le due cose piu' interessanti che ho visto sono la chiesa di S. Francesco e il Museo Geologico. La chiesa di S. Francesco e' molto divertente. In pieno stile barocco, fu costruita interamente da alcuni schiavi per conto di non mi ricordo chi. Gli schiavi scultori, evidentemente non molto felici delle loro condizioni, si vendicarono modificando le sculture in modo grottesco e divertente. Cosi' ci sono dei cherubini con facce evidentemente storpiate, delle maschere africane camuffate tra gli intarsi di foglie di vite, dei cherubini con parti intime enormi (rimosse di recente e i colpi di scalpello sono ben visibili, mannaggia ai pudici!), delle colonne dal sapore molto pagano (tipo alcune colonne rappresentano Atlante, il dio greco che che reggeva il mondo, altre sono delle ninfe in cinta). Sono davvero buffi e l'intento caricaturale e' evidente.

Il museo geologico contiene esemplari di tutte le pietre che si trovano in brasile, e racconta molto bene un po' della geologia del paese e di come e' stato trovato il petrolio e i diamanti. Le storie sono interessanti, perche' fatte da singoli pionieri in cerca di fortuna o di cambiare vita. Il petrolio fu trovato da un Manoel Inácio Bastos, che cerco' il petrolio quando tutti gli dicevano che era mezzo matto. In realta' una famiglia gia' l'aveva trovato e lo usava per illuminazione, ma non sapeva di cosa si trattava, il merito di Bastos fu di collegare l'informazione e cercare nel posto giusto!
I diamanti furono invece trovati da uno svizzero di nome Otto Billian, rappresentante della ditta Carl Zeiss, che a 41 anni lascio' l'Europa per mettersi a cercare pietre preziose in Brasile. Anche la sua storia e' molto interessante.

Per il resto Salvador abbonda di capoeira, rasta, raggae e canne, ma questo suo lato non e' che mi interessasse molto.

Un'ultima parola la voglio spendere sugli ostelli e la gente che li frequenta.
A Salvador sono stato in due ostelli diversi. Il primo era molto simile a quello di Lapa a Rio, e per le stesse ragioni non mi e' piaciuto. Tante regole sui muri, viaggiatori giovani e alle prime armi, e ci ho incontrato due persone che avevo conosciuto proprio a Lapa. L'altro ostello invece mi e' piaciuto moltissimo. Atmosfera molto piu' rilassata, tenuto da viaggiatori, molto accogliente e pieno di gente simpatica, tra cui alcuni che avevo incontrato a Rio nel mio ostello preferito.
Quasi ci fosse un filo magico che lega dei posti lungo il percorso, o piu' semplicemente, persone con gusti simili fanno scelte simili.

Baci a tutti e alla prossima!

giovedì 3 settembre 2009

Ultimo flashback della Chapada

Per completare la serie di monografie della Chapada Diamantina, ecco un video carino su una lucertola che abbiamo trovato e che si e' lasciata corteggiare dal nostro maestro di roccia (eh si', non stanchi dai tre gg di trekking abbiam ben pensato di fare una giornata di free climbing subito dopo..)



colgo l'occasione per rilanciare il concorso per un nuovo video omaggio:
chi riesce a trovare tre punti in comune tra Gomorra e Cidade de Deus?

baci a tutti!
F

p.s. non c'ho piu' il fisico e dopo due gg di surf sono a pezzi...

mercoledì 2 settembre 2009

Surf surf surf + flashback bonus

Ciao a tutti,
giusto due righe dalla meravigliosa spiaggia di Pipa, dove ho passato la giornata a fare surf (o meglio a tentare di salire su una tavola da surf, con un discreto successo di 5 tentativi riusciti) circondato da delfini! Non sto scherzando, delfini che mi nuotavano accanto e facevano i salti tra le onde. Una cosa pazzesca! Prossimamente vi mando le foto dell'ostello Zicatela, che da solo vale la visita (anche senza i delfini intendo).
Grazie a tutti per le mail e i commenti, mi tengono compagnia, mi fanno capire
ancora di piu' quanto bene vi voglio e quanto preziosi e speciali sono una famiglia e degli amici come voi.
grazie davvero di cuore!


p.s. ecco un'altro video della chapada diamantina. I tre giorni di
trekking nella Valle do Paty.



La valle do Paty e' un immenso altopiano, a mezza via tra il gran
canyon del colorado e le dolomiti. vedrete che paesaggi! Abbiamo
camminato per 45 km in tre giorni, dormendo in tenda e mangiando le
buonissime pappe che la nostra guida cucinava. E' stata un'esperienza
davvero avvincente, ancor piu' intensa della visita alle grotte.

p.p.s. ci sono anche le foto relative...
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