domenica 29 novembre 2009

Pucon 1: Volcan Villarica



Dopo essermi riposato e fermato un po' a Santiago, sono partito in direzione sud, alla volta di Pucon. Li' mi sono fermato 5 giorni, al bellissimo Etnico Eco Hostel, approfittando della fortuna di esser arrivato il primo giorno di sole dopo tre settimane di nevicate.

Il mio progetto iniziale era di andare a camminare nel parco nazionale Villarica, ma vista l'enorme quantita' di neve, ho noleggiato un paio di sci da scialpinismo e mi sono divertito a salire e scendere il vulcano Villarica. E' stato talmente divertente che due giorni dopo ho ripetuto l'esperienza in snowboard. La parete est era completamente vergine, ancora nessuno era sceso da quel lato, perche' la maggior parte dei turisti sale e scende a piedi per il lato nord. Mi sono sparato quasi 600 metri di dislivello a pendenza costante, neve fresca perfetta e intoccata. Un paradiso!!!!

La sera poi ho approfittato delle terme per riposarmi un po' in compagnia.

venerdì 27 novembre 2009

Santiago 2: Villa Grimaldi

Da Villa Grimaldi

Tornato a Santiago ho cercato di approfondire un po' le mie scarse conoscenze della storia del Cile, in particolare quella recente, e non e' stato per niente facile. L'impressione generale e' che i Cileni non abbiano ancora fatto i conti con la storia, e siano ancora molto riluttanti ad esprimere un opinione sul passato recente, sul golpe di Pinochet, sul terrore che ha caratterizzato la sua dittatura e sull'influenza che questi eventi ancora hanno nella societa' cilena di oggi. La prima impressione e' che i Cileni siano stati un po' formattati, spenti, e che abbiano registrato una rigidita' inconscia. Non a caso, ad una qualunque domanda, la prima risposta di un cileno e' spessissimo "NO", salvo poi cambiare se gli si ripone la domanda un po' di tempo dopo.

Ho girato per Santiago in cerca di un museo che contenesse un po' di storia e non e' stato per niente facile trovarlo. Il museo storico nazionale, il piu' importante e grande del cile, parte dalla preistoria e si ferma giusto giusto al '73, con qualche foto del golpe e basta. Una delusione molto forte, a cui si aggiunge la constatazione che anche altri fatti della storia recente sono raccontati con omissioni o con un punto di vista molto fazioso. Un esempio su tutti e' la guerra del pacifico con la Bolivia, evento fondamentale per l'economia cilena di fie '800, che nel museo di Santiago viene riassunta in due righe. Per dare l'idea del contrasto, in Bolivia esiste un intero museo su questa guerra. Deluso, ho provato a dirigermi alla fondazione Allende, che ha un museo privato di opere d'arte donate in sostegno o in memoria di Allende da artisti contemporanei. Anche li' molto poco da vedere, giusto una targa con le parole pronunciate da Allende nel famoso ultimo discorso alla radio, e nulla piu'.

Pare che prossimamente apriranno un Museo della Memoria, proprio dedicato a questo, e mi e' dispiaciuto non poterlo vedere, Comunque, chiedendo qua e la' sono venuto a sapere di Villa Grimaldi. Villa Grimaldi e' stata un centro di detenzione, tortura e sterminio negli anni della dittatura, e dalla meta' degli anni '90 e' stata convertita in un parco della memoria, con annessa una fondazione che si occupa di divulgazione ed educazione. E' molto poco conosciuta dai cileni, essendo visitata principalmente da turisti e scolaresche di bambini, ma e' un posto che val davvero la pena di vedere. Il parco e' stato costruito in maniera molto evocativa, senza alcunche' di macabro o esagerato. C'e' una piccola stanza con oggetti appartenuti a vittime del terrore, che rendono i loro ritratti ancor piu' vivi e reali, c'e' un muro con i nomi, e sopratutto un roseto bellissimo. Disteso tra le rose, e i nomi delle donne morte o scomparse, ho lasciato che il silenzio mi invadesse. Vi invito a fermarvi un secondo e pensare a quanto male puo' fare l'uomo, a come puo' arrivare a pianificare ed eseguire un piano tanto atroce, seguendo non si sa bene quale delirio...

mercoledì 25 novembre 2009

Cajon del Maipo



Il weekend del 7 Novembre abbiamo fatto una gita poco fuori Santiago. Martha e Jaki durante la settimana lavorano duro (contrariamente all'opinione di chi li crede in erasmus) e quindi il weekend hanno piu' voglia di me di approfittare del tempo libero e rilassarsi. Siamo partiti in macchina, in compagnia di un simpatico francese di nome Vincent, con destinazione Cajon del Maipo. Ci siamo sistemati in una specie di bungalow, che qui chiamano cabaña, e abbiam passato il sabato pomeriggio sul dorso di un cavallo in compagnia di due guide molto taciturne. La sera ci siamo abbuffati di carne alla griglia, approfittando del fatto che qui un kilo di filetto costa sui 7 euro. Il giorno seguente siamo andati a fare una passeggiata fino a una laguna ancora mezza coperta di neve. Un gran bel weekend, rilassante e divertente!

lunedì 23 novembre 2009

Santiago 1:

Da Santiago

A Santiago mi sono fermato parecchio tempo, come dicevo, e a cominciare con questo post vi raccontero' alcune impressioni e momenti salienti. Appena arrivato mi ha colpito la modernita' della citta' e i molti richiami a Parigi. In particolare il metro, che e' fatto da Alstom, ed e' una copia identica della linea 1 (guardate le foto!!). La citta' e' grande e caotica, ma molto piu' ordinata delle altre citta' sudamericane che ho visto. C'e' un grande quartiere di bar studenteschi che si chiama Bellavista, e molti quartieri residenziali pieni di grattacieli enormi. Sullo sfondo svettano le Ande, e Jaki e Martha hanno la fortuna di avere un appartamento con finestra che da sulla cordigliera! Meraviglioso!

A Santiago mi sono riposato. Dopo tutti questi mesi di continue esperienze nuove, di continui cambiamenti senza sosta ho avuto bisogno di una buona pausa, di un momento di riflessione, di ricaricare le batterie. E devo dire che l'ospitalita' del cugino e di Martha e' stata magnifica e mi ha permesso di riposarmi a pieno. Ho passato vari giorni a casa, senza fare grandi cose, riaggiustando le idee, chattando e chiacchierando con gli amici in Europa, facendo lavatrici e altre menate pratiche e pensando a dove dirigermi poi. Le sere sono sempre state speciali. Spesso siamo usciti insieme ai loro amici, una volta al tango, una volta al karaoke, una volta a cena. Sono una bella comunita' di expat, e mi sono subito sentito accolto e a mio agio. I weekend abbiamo fatto varie gite, ma queste ve le racconto la prossima volta...

sabato 21 novembre 2009

Valparaiso

Da Valparaiso

Da S. Pedro de Atacama sono andato a Santiago dove mi son fermato qualche settimana in compagnia del cugino. Sono arrivato un giovedi', e il weekend sono subito andato a visitare Valparaiso su invito di Javie, una ragazza cilena che avevo incontrato durante il viaggio in Brasile. Valparaiso e' un luogo denso di storia e di fascino. Li' e' iniziato il golpe del '73, li' ha abitato Pablo Neruda. Un luogo magico e tragico allo stesso tempo. Valparaiso e' un porto, e come tutti i porti racconta di viaggi, di navi mercantili che arrivano e vanno, cullate dal mare. Ho cenato in un ristorante chiamato CINZANO, dove un gruppo di vecchietti ultrasettantenni suonavano tango. Il cantante era meraviglioso: orecchie a sventola, vestito con un frac blu con coccarda e doppiopetto, un nasone rubicondo per le ombre che si beveva tra una canzone e un'altra. Un'atmosfera molto popolare, un po' nostalgica, ma bellissima!

giovedì 19 novembre 2009

S. Pedro de Atacama



Eccovi un video conclusivo dei miei giorni a S. Pedro de Atacama.
Buona visione!

mercoledì 18 novembre 2009

Il mio primo 6000mt!

Da Sairecabur

L'ultimo giorno a San Pedro de Atacama mi sono lanciato in una spedizione in cima a un vulcano di 6006 metri. A prima vista la gita sembrava molto semplice: si arriva in macchina fino a 5700 e poi si salgono gli ultimi 300 metri a piedi. Facile! Tra l'altro la cima si vedeva gia' quando siamo arrivati, quindi ho esclamato: "beh, tra mezz'ora siam su!". La guida mi ha guardato sorniona. Ci abbiamo messo quasi 3 ore, marciando lentissimamente, un respiro ad ogni passo e anche cosi' fermandoci ogni 5 minuti a riposare. Mi mancava veramente il fiato... Non ero mai stato cosi' in alto... Pero' arrivare in cima e' stata una gran bella soddisfazione!

martedì 17 novembre 2009

Sandboard e stelle!

Da Sandboard

Il secondo giorno ho provato di nuovo a fare sandboard. La prima volta ci avevo provato a Jericoacoara, in Brasile, con scarsi risultati. Questa volta e' andata un po' meglio, perche' la duna era piu' grande e soprattutto perche' mi hanno spiegato che prima di scendere la tavola va incerata con una candela. Mi sono divertito, ma avrei tanto voluto uno skilift per tornare su!

La sera invece ho fatto una gran figata. Un signore francese, ex tecnico ottico in uno dei grandi osservatori astronomici dell'ESO, si e' messo in proprio e offre tour astronomici per turisti. Ha costruito 5-6 telescopi, il piu' grande con uno specchio di 60 centimetri, e abbiamo passato la sera a osservare pianeti, stelle, galassie, nebulose e quant'altro! La figata e' che il cielo del sud contiene alcuni oggetti che non sono visibili al nord, in particolare alcuni ammassi globulari come questo, che sono veramente spettacolari. Una quantita' di stelle, tutte insieme, da far girare la testa.

domenica 15 novembre 2009

L'arrivo in Cile: San Pedro de Atacama

Da Lagunas Cejas

L'arrivo in Cile e' per certi versi rassicurante, per altri traumatico. Venendo dalla Bolivia sembra di tornare alla civilta', di colpo! Strade asfaltate, pulmann veloci, ristoranti puliti e con varieta' internazionale di cibo. E' stato molto piacevole sedersi e prendere un menu' che non comprendesse riso, dopo una ventina di giorni di monotonia boliviana. In compenso la modernita' si paga: prezzi molto piu' alti, ritmi molto piu' frenetici, agenzie turistiche molto piu' scafate e quindi meno propense a trattare con i turisti!

Ho deciso che avrei passato 3 giorni a S. Pedro e che avrei cercato di approfittarne il piu' possibile. Nei prossimi giorni vi racconto un po' di belle avventure. Oggi incomincio con le lagune Cejas. Sono delle lagune salatissime, in cui si galleggia con quasi tutto il corpo fuori dall'acqua, come nel mar morto. La nostra guida era un simpatico ragazzo cileno che oltre a raccontarci un sacco di informazioni sul luogo e sull'origine delle lagune (sempre il lago preistorico), ci ha anche offerto un aperitivo al tramonto, davanti all'ultima laguna. Ovviamente mi sono lanciato per fare il bagno, nonostante il discreto freddo.

La sera sono approdato all'unico bar di S. Pedro, l'Export bar. Essendo lunedi' eravamo in pochissimi, e quindi, come spesso mi capita, mi son messo a chiacchierare con la proprietaria. Aveva vissuto in Itala, a Verona, per un certo tempo, ed aveva una grande nostalgia del nostro bel paese. Tra l'altro parlava perfettamente italiano. Per discrezione non le ho chiesto come mai, ma era chiaro che una parte di lei era rimasta li'. Un lavoro, un amore, forse entrambi, ho pensato. Mi sono commosso e un po' amareggiato.

Vista da fuori, con occhi italiani, la nostra bella penisola sembra sempre di piu' una nave alla deriva, sganciata dall'Europa, sganciata dalla modernita', sganciata dai diritti e dalla normalita', sganciata dal futuro, incapace di indignarsi, di ribellarsi o di reagire compostamente ma fermamente, persa. Eppure, chi ci passa poco tempo, chi non ci lavora, chi non si trova a dover sopportare le costanti frustrazioni della vita quotidiana dell'italiano medio, chi la vede da turista, la adora e ne vive solo i lati positivi: il calore e l'affetto della gente, la cucina, la natura meravigliosa, l'arte e la cultura. Quando racconto le storie piu' comuni dell'italia recente, le macchiette della politica, lo strapotere della mafia, il precariato dei giovani, il menefreghismo e ultimamente l'intolleranza per gli stranieri, la gente strabuzza gli occhi, non ci crede.

Commozione, nostalgia e rabbia...

venerdì 13 novembre 2009

Uyuni 5: l'ultimo giorno e la frontiera

Da Lama

L'ultimo giorno ci siamo svegliati alle 4 del mattino. Siamo partiti che era ancora buio, e molto freddo, verso la frontiera cilena. Ci siamo fermati un'oretta dopo a vedere dei geyser. Molto molto interessante. Come vi dicevo tutta la zona e' circondata da vulcani, alcuni attivi, altri dormienti. I geyser sono accompagnati anche da sorgenti termali, e all'alba, da bravi turisti, abbiamo fatto un fantastico bagno nell'acqua calda. Il contrasto con la gente in giacca a vento fuori dalle terme e' molto forte. Siamo poi arrivati con calma alla frontiera, abbiam salutato la guida e ci siamo messi ad aspettare il pulmino che ci avrebbe portati in cile...

mercoledì 11 novembre 2009

Uyuni 4: fenicotteri nel deserto



Dopo salar e mummie abbiamo iniziato ad attraversare una grande regione desertica. La particolarita' di questo deserto e' che e' molto freddo. Si incontrano delle bellissime lagune, piene di fenicotteri, e una distesa di sabbia e rocce che viene comunemente chiamata deserto di Dalì.

La seconda notte l'abbiamo passata in un rifugio molto piu' rustico dell'Hotel di sale della prima notte, ma abbiamo dormito bene.

lunedì 9 novembre 2009

Uyuni 3: le mummie

Da Mummie

A parte l'omonimo film, che ho dovuto sorbirmi in uno degli innumerevoli viaggi in pullman, le mummie erano usate dagli Aymara per conservare i corpi, soprattutto di bambini, morti. Abbiamo visitato una necropoli molto ben conservata, la cui particolarita' e' che le tombe sono fatte di una roccia formata in gran parte da corallo. E cosi' si ritorna alla storia del lago Michin, il lago preistorico che una volta copriva questo immenso altipiano....

domenica 8 novembre 2009

Una foto

Da La Paz

Ho visto questa foto al World Press Photo di Rio de Janeiro per la prima volta. Poi me l'ero dimenticata. Poi l'ho ri-incontrata al WPP di La Paz. E allora oggi vi do una pausa di riflessione dall'epopea di Uyuni per parlare di questa foto. A prima vista sembra una favela di Rio, o di una qualunque altra città del Brasile. E invece, la sorpresa è che questa foto, vincitrice del terzo posto per la categoria storie al WPP 2009, è stata scattata a Messina da Massimo Siragusa. La didascalia dice: "Fondo Fucile, in Messina, Sicily, is home to some 650 people. Shelters illegally erected as temporary housing after the Second World War still serve as family homes, yet there is no drinking-water or drainage system, and many roofs are made of asbestos. Successive city administrations have failed to bring any notable improvement to the slum."

Mi si è ghiacciata la pelle a leggerla... spero anche a voi...

sabato 7 novembre 2009

Uyuni 2: Il Salar

Da Salar

Il Salar de Uyuni e' la piu' grande distesa di sale del mondo. Per intenderci, e' talmente grande che viene comunemente usato come specchio per calibrare i satelliti che misurano l'altitudine. E' composto da una soluzione satura di acqua, sale, cloruro di litio e di magnesio che puo' raggiungere uno spessore anche di 20 metri, su cui posa una crosta di sale cristallino.
Io l'ho visitato alla fine della stagione secca, per cui sono evidenti le fratture nella distesa di sale. In quella umida il salar si copre di acqua e si trasforma in un immenso specchio. E' divertente fare foto che sfruttano l'assenza di profondita', come potete vedere....

giovedì 5 novembre 2009

Uyuni 1: il cimitero dei treni

Da Train Cemetery

Il cimitero dei treni si incontra appena usciti dal villaggio di Uyuni. E' un posto dove le ferrovie Boliviane han deciso di abbandonare tutte le vecchie locomotive a vapore che una volta andavano fino in Cile. A me sono sempre piaciuti i treni, ormai lo sapete, e anche qui sono stato travolto da emozioni molto forti. Tra l'altro, mi ha ricordato il campo di marte che c'e' dietro casa mia a Padova, altro luogo mitico del mio passato. Godetevi le foto!

mercoledì 4 novembre 2009

Flashback 6: L'epopea di Uyuni



Da Uyuni sono partito in Jeep verso la frontiera Cilena, in un viaggio di tre giorni attraverso distese di sale, deserti, lagune, geyser, vulcani, fenicotteri e chi piu' ne ha piu' ne metta. I luoghi erano talmente belli che ho scattato una marea di foto con quel che rimane della mia povera macchina fotografica. Quindi preparatevi che nei prossimi giorni ci saranno un sacco di post sulle bellezze naturalistiche di questi luoghi. Questa zona della terra e' incredibile. Compresso tra due catene montuose c'era una volta (30-40.000 anni fa) un grande lago di nome Michin. Le tracce del lago sono visibili ovunque, dai fossili ai residui di corallo, a, ovviamente, l'enorme distesa di sale che forma il Salar. E' una zona sismicamente molto attiva e ricca di minerali che danno i piu' svariati colori alle varie lagune che si incontrano. Tutto intorno, troneggiano vulcani attivi e maestose catene montuose. C'e' anche un deserto, il deserto di Dali, con formazioni rocciose scavate dal vento e dal tempo. Preparatevi a un viaggio su un'altro pianeta. Un pianeta bellissimo!

martedì 3 novembre 2009

Flashback 5: Verso Uyuni

Da Potosi to Uyuni

Da Potosi sono andato ad Uyuni. Il viaggio di 6 ore sballottato in un pullman che sembrava cascare a pezzi da un momento all'altro non e' stato dei migliori, ma in compenso ho visto paesaggi bellissimi. Godetevi le foto e il video.

lunedì 2 novembre 2009

Flashback 4: Potosi



Da La Paz mi sono diretto a Potosi.
Potosi era la principale zecca spagnola dell'epoca coloniale. L'argento fu scoperto dagli inca senza molta difficolta', perche' la montagna che si erge sopra la citta', il Cerro Rico, era talmente piena di metallo prezioso che delle venature di argento puro attraversavano tutta le sue pareti esterne. Un bellissimo quadro dell'epoca, lo mostra con chiarezza. Il quadro e' ricco di sincretismo pagano cristiano, con simboli che risalgono ai culti degli inca (il sole, la luna, la madre terra o pachamama) e figure cristiane. Gli inca non sfruttarono l'argento perche' ritenevano la montagna sacra a causa di alcune esplosioni (probabilmente terremoti) che avevano udito e interpretato come un monito della Pachamama. Gli spagnoli arrivarono e trovarono la montagna e da li' inizio l'estrazione mineraria. Per darvi un'idea dell'importanza delle mine e soprattutto della zecca di Potosi', per l'impero coloniale spagnolo, vi basti conoscere la storia del ritrovamento del tesoro della Nuestra Señora de Atocha, una nave spagnola affondata al largo di Cuba nel 1620. Il tesoro fu solo in parte localizzato e recuperato nel 1985 da Mel Fisher, dopo una trentina di anni di ricerche. I lingotti d'argento trovati nel carico avevano il marchio della zecca di Potosi'.

Le miniere di Potosi' sono oggi, come allora, un luogo di orribile lavoro. La gente, fin dai primi anni dell'adolescenza, lavora per 15 ore al giorno, in condizioni disumane, per portare a casa una paga che se va bene si aggira attorno ai 150 euro al mese. La Bolivia non dispone della tecnologia per processare i minerali, ne' di porti per commerciarli, per cui li esporta grezzi in Cile, da cui poi partono per la Cina, gli USA e l'Europa. Dopo la visita alle miniere di Potoi' il Che riflette' sullo sfruttamento dei lavoratori. Senza paragoni fuori luogo, a me sono tornate in mente le notti passate in laboratorio e i giorni passati a lamentarmi delle condizioni dure di lavoro di un dottorando, ed ho ringraziato, perche' nulla e' pari al lavoro disumano che si vede nelle mine di Potosi'.

p.s. per la cronoca, Potosi' si trova sopra i 4000m s.l.t., giusto per semplificare le cose....
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