Con sgomento l'altro giorno ho appreso dell'uccisione di Don Ruggero Ruvoletto, a Manaus, mentre ero in giro nella giungla. Ruggero era un prete di padova, in brasile da un paio di anni. Non lo conoscevo di persona, ma ci eravamo sentiti via mail un paio di volte, ed eravamo d'accordo che mi sarei fatto vivo arrivando a Manaus per andarlo a trovare. Ricordo la sua prima risposta: mi diceva che stava ancora ambientandosi, e mi invitava a trascorrere un paio di giorni con lui per vedere le attivita' e la vita nel quartiere della sua parrocchia. Gli avevo scritto di nuovo il 16 settembre, pochi giorni prima che lo uccidessero per avvisarlo del mio arrivo. Qui trovate alcune testimonianze su di lui.
Prima di partire avrei voluto conciliare un viaggio da turista con un viaggio piu' socialmente impegnato, visitando progetti di sviluppo e missioni. Purtroppo il mio modo di viaggiare e di decidere tutto all'ultimo non si concilia bene con la visita di progetti e associazioni, che han bisogno di tempo per conoscersi e per organizzare la visita, e cosi' solo in alcune occasioni sono riuscito a visitare delle ngo. Questo ha influenzato molto l'idea che mi sono costruito del Brasile, perche' l'ho vissuto essenzialmente come un turista vagabondo.
Notizie come la morte di Ruggero mi riportano a terra, e riaprono gli occhi su tutta quella parte di violenza e di oppressione che passa sotto il radar del turista e che richiede uno sforzo attivo per essere trovata da chi non la vive quotidianamente. Eppure e' onnipresente. E chi tenta di contrastarla, di opporsi con forza, senza tenere la bocca chiusa e senza compromessi, viene spesso messo a tacere per sempre.
Un abbraccio a te, Ruggero, e un grido perche' il tuo sacrificio non rimanga dimenticato nel silenzio, da me, da chi ti ha conosciuto e da tutti quelli poi leggeranno quanto di bene avevi fatto a Manaus.
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ciao Checco. Io don Ruggero lo conoscevo da anni. Fin dalla prima volta, mi aveva colpito il suo sguardo sereno che trasmetteva gioia di vivere e di incontrare le persone. Ho fatto dei servizi su di lui in questi giorni, ho intervistato suoi amici d'infanzia e compagni di strada... Oggi sono andata al funerale di quest'uomo che aveva deciso di farsi piccolo tra i piccoli del mondo. Il duomo era gremito, di una serena compostezza che a don Ruggero sarebbe piaciuta...
RispondiEliminaLa sua morte mi ha toccata nel profondo. Pensa che è stato per anni responsabile dell'ufficio missionario diocesano e poi aveva chiesto con insistenza al vescovo di partire per la missione. Era in Brasile dal 2003. A Manaus portava avanti un progetto di cooperazione tra la nostra chiesa padovana e quella locale. Don Ruggero ti sarebbe piaciuto: aveva una memoria di ferro per le persone, non dimenticava nessuno. E credo che da lassù non dimenticherà nessuno, soprattutto i suoi piccoli di Manaus. Un abbraccio, Tati