lunedì 1 febbraio 2010

Gli argentini e la crisi



L'intervento di oggi non sara' allegro, mi dispiace.

Gli argentini non mi hanno fatto una gran bella impressione. Dei giorni a Buenos Aires vi raccontero' presto in un altro post, oggi vi voglio raccontare di un'altra cosa. Lo stereotipo tipico degli argentini, specialmente i portegni, cioe' gli abitanti di buenos aires, e' che sono presuntuosi, convinti di essere i migliori, narcisi. Non tutti sono cosi' ovviamente, ma un fondo di verita' c'e'. Sono sicuri che il loro paese e' il migliore, ed essendomi trovato varie volte a discutere con alcuni di loro della crisi che ha colpito il loro paese 10 anni fa, voglio riportare qui una riflessione.

Mi ha colpito tanto l'incapacita' di fare autocritica, e di guardare al futuro in maniera costruttiva. Piu' volte mi sono sentito ripetere accuse agli stati uniti, alla dittatura che hanno instaurato nel paese e al sistema finanziario di bretton woods, all'FMI, sostanzialmente additato come il responsabile principale della crisi. Altre volte mi sono state raccontate le responsabilita' individuali dei governanti, corrotti, ladri, accaparratori di risorse, caudillos senza scrupoli. Raramente o mai, ho incontrato un argentino capace di fare autocritica, capace di ammettere che in un modo o in un altro quei governanti li avevano eletti loro.

Ho trovato gli argentini molto incattiviti, vivere in un paese in crisi, con molta inflazione, e lottare per un salario degno di tal nome non e' facile, e cosi' la riflessione e' scivolata inevitabilemente verso casa.

Che paese trovero' al mio ritorno? Ho aperto questo blog chiedendomi cosa era successo all'italia in questi ultimi anni, e qui voglio rilanciare la riflessione. Ragazzi, vista da fuori, attraverso i media stranieri, l'italia non fa nemmeno piu' ridere, fa paura. Ho paura per il mio paese, e vorrei fare qualcosa per evitare il disastro, ma non so bene da che parte girarmi e da cosa cominciare. Qualcuno si sente come me?

3 commenti:

  1. Checcooooooooo. Cazzo fai, non tornare. L'italia non fa più ridere da un bel pezzo, e c'è da aver paura sì!!!!
    A presto emi

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  2. portaci dei doni....magari CULI-NARI

    Emi

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  3. Caro Checco, a me per la verità l’Italia non ha mai fatto ridere. Cmq, al tuo ritorno, troverai senza dubbio un Paese più rassegnato. Una rassegnazione di cui tutti siamo colpevoli. Il Paese è letteralmente bloccato nel senso che il Parlamento lavora solo per approvare leggi non più ad personam, ma ad familiam, mentre le strategie per fare fronte alla crisi (con quasi due milioni di italiani tra disoccupazione e ammortizzatori sociali, piccole imprese che falliscono, e gente comune che si getta scriteriatamente sul credito al consumo) sono solo un “farò” nell’agenda dei governanti che si trincerano dietro ad un consenso popolare ampio quanto si vuole ma completamente miope.

    Mah!

    Marco
    P.S.: e a Padova quando arrivi?

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